29/01/2025

Cronaca

Superenalotto, maxi vincita e sospetta truffa in Canavese: condannato il consulente del fortunato giocatore

Canavese

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Superenalotto, maxi vincita e sospetta truffa in Canavese: condannato il consulente del fortunato giocatore

Quasi dieci anni dopo aver incassato una vincita straordinaria di 40 milioni di euro grazie a un “6” al Superenalotto nel 2008, un pensionato del Canavese ha deciso di investire parte del suo patrimonio. Tuttavia, l’operazione finanziaria si è trasformata in un incubo: l’uomo a cui si era affidato per gestire l’investimento lo avrebbe raggirato con una serie di contratti sospetti.

Ieri, martedì 28 gennaio 2025, il tribunale di Torino ha condannato in primo grado l’agente di vendita a un anno e sei mesi di reclusione per truffa. “Faremo ricorso alla Corte d’Appello” ha dichiarato il suo legale, Mauro Sgotto.

L’investimento e i sospetti

Nel 2017, il pensionato, oggi 70enne, single e residente nel Canavese, decise di diversificare il suo patrimonio investendo in quadri e beni di lusso. Per farlo, si affidò a un agente di vendita di una società specializzata, sottoscrivendo 14 contratti che prevedevano pagamenti automatici dal suo conto corrente.

Nel 2019, però, dopo un confronto con un nipote, il vincitore del jackpot iniziò a sospettare che i prodotti acquistati non fossero mai stati realmente consegnati. Da lì la decisione di presentare una denuncia nei confronti del consulente.

L’inchiesta e il processo

Il pubblico ministero Roberto Furlan ha avviato un’indagine, raccogliendo prove che hanno portato al rinvio a giudizio dell’agente con l’accusa di truffa. L’accusa sostiene che l’uomo avrebbe falsificato firme e stipulato contratti fittizi, senza mai fornire le opere d’arte e gli oggetti di lusso pattuiti.

Secondo la ricostruzione della Procura, il pensionato non avrebbe mai ricevuto alcuna delle opere acquistate e, ancora oggi, non sa dove siano finite.

La difesa annuncia ricorso

L’avvocato Mauro Sgotto, difensore dell’agente condannato, respinge le accuse e annuncia battaglia in appello: “Il mio assistito ha sempre operato in modo corretto. Tutti i prodotti acquistati sono stati regolarmente consegnati. Lo dimostra anche il fatto che, durante la perquisizione nella sua abitazione, non è stato trovato nulla di irregolare”.

Il caso, che ha attirato grande attenzione per la rilevanza della cifra coinvolta, ora proseguirà nei prossimi gradi di giudizio.

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