
Suicidi in aumento tra gli adolescenti e i giovani in Italia e in Piemonte. E l’Oms lancia l’allarme

Si feriscono alle gambe e alle braccia: atti di autolesionismo che sempre più spesso sfociano nel suicidio. Sono gli adolescenti a vivere le problematiche peggiori: sempre più spesso in preda all’ansia, isolati nella loro solitudine e senza la possibilità, in questi momenti di lockdown, di vivere qualche momento di gioia e di spensieratezza. I dati riportati dall0’Istat, d’altro canto confermano (e l’Oms ha lanciato l’allarme) che il suicidio è al secondo posto tra le cause di morte nei ragazzi che rientrano nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 29 anni. Un fenomeno che sta dilagando, come la pandemia di Coronavirus in tutto il mondo. E l’Italia non fa specie.
Il suicidio è tra i nostri giovani d’età compresa tra 15 e i 24 anni la seconda causa di morte. I motivi che scatenano i gesti anticonservativi? Gli esperti nutrono in proposito pochi dubbi: il distanziamento sociale e le restrizioni dovuti alla pandemia hanno influito di molto sul graduale peggioramento delle condizioni psichiatriche nelle quali versano molti giovani. Un esempio su tutti: nel mese di dicembre il preparto di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale “Regina Margherita” di Torino ha registrato 35 ricoveri contro i 7 del 2009.
Attribuire alla pandemia e ai lockdown tutta le responsabilità dell’incrementi degli atti autolesionistici tra i giovani sarebbe ingeneroso, anche se l’isolamento non giova a rafforzare la fragilità psichica dei giovani. E per quanto le statistiche ufficiali dimostrino che il numero dei suicidi è in leggero calo, è in aumento l’attività autolesiva.