
Rivarolo: l’assassino ha spiegato in una lettera le motivazioni che lo hanno indotto a sparare

Delle prime indagini compiute dai carabinieri, coordinati dalla procura di Ivrea sul pluriomicidio che ha avuto luogo nella notte tra sabato 10 e domenica 11 aprile, emergono nuovi e inquietanti particolari. Renzo Tarabella, il pensionato di 83 anni che ha sparato con una pistola semiautomatica calibro 21 (regolarmente denunciata) al figlio disabile psichico Wilson di 51 anni, alla moglie Maria Grazia di 79 anni e ai vicini e padroni di casa Osvaldo Dighera di 74 anni e la moglie Liliana Heidempergher di 70 (nella foto), avrebbe spiegato in un biglietto vergato prima di compiere la strage le ragioni che avrebbero indotto a compiere un gesto così efferato.
Sono stati i carabinieri a trovare sul tavolo della cucina la lettera e a desso stanno indagando per fare chiarezza sulla dinamica di quanto è accaduto. Nella lettera Renzo Tarabella avrebbe accusato Osvaldo e Liliana Dighera di aver usato parole “non gradite” che sarebbero state rivolte al figlio Wilson. E pensare che per anni i coniugi Dighera hanno aiutato la famiglia proprio a causa della disabilità di cui soffriva Wilson. Premure che forse si sono un po’ diradate perché la figlia Francesca Dighera ha dato alla luce la figlia Lucia Caterina e i coniugi hanno dedicato, come è normale, maggiori attenzioni nei confronti della nipotina.
Renzo Tarabella avrebbe iniziato ad accumulare nei confronti dei vicini e padroni di casa un rancore che sarebbe cresciuto a dismisura. E poi, cosa non trascurabile, la preoccupazione per il futuro del figlio diversamente abile. Un disagio psicologico che potrebbe essere cresciuto giorno dopo, acuito dalle chiusure imposte della pandemia. Ma saranno comunque le indagini compiute dagli investigatori e dagli inquirenti a individuare il vero movente che ha spinto Tarabella a spegnere quattro vite sparando loro alla testa.