
Spineto: Cristina Mattioda ha confessato di aver ucciso il fratello Mauro. Adesso è in carcere

E’ stata forse la depressione l’elemento scatenante dell’omicidio di Spineto di Castellamonte: Cristina Mattioda, 64 anni, ha ucciso il fratello Mauro di 60, soffocandolo durante la notte con un sacchetto di plastica. Dopo l’arresto, avvenuto nella serata di sabato 11 novembre, la donna ha confessato di aver compiuto il delitto. Ma sono tante le domande che attendono una risposta. Un fatto sembra assodato: sia la donna, ex insegnante di inglese all’istituto XXV Aprile era vedova e ha una figlia di 26 anni: Mauro Mattioda ex geometra era invece separato.
Pare, ma la circostanza sarà da verificare attraverso le perizie, soffrissero entrambi di un grave stato depressivo. Il drammatico gesto è maturato forse nel tempo, e chissà per quale oscura ragione, tra le mura di quella casa in frazione Spineto di Castellamonte, dove fratello e sorella avevano deciso di isolarsi dal mondo esterno.
L’omicida, rea confessa, avrebbe ucciso il fratello intorno alle 4 del mattino di sabato 11 novembre e per circa tre ore avrebbe vegliato il cadavere disteso sul letto, nella stessa posizione nella quale lo hanno trovato i carabinieri quando hanno fatto il loro ingresso nell’abitazione. Ad avvertire il 112 era stata un’amica di famiglia alla quale Cristina Mattioda aveva inviato un messaggio sul cellulare. La donna è stata a lungo interrogata dai carabinieri prima e dal sostituto procuratore di Ivrea Lea Lamonaca.
Cristina Mattioda è stata condotta nella serata di sabato 11 novembre nella sezione femminile del carcere “Le Vallette” di Torino ed è difesa dall’avvocato Franco Papotti. La procura ha disposto l’esame autoptico della salma che è stata composta nelle camere mortuarie dell’ospedale di Cuorgnè.
La villa in cui i due fratelli abitavano è stata posta sotto sequestro.