
Sparò e uccise ladro, chiesta la condanna a 12 anni di carcere per il tabaccaio di Pavone
Il Tribunale di Ivrea è stato teatro nella mattinata di ieri, venerdì 10 maggio di una richiesta di condanna che ha riecheggiato con gravità nelle sue aule: 12 anni di reclusione per Franco Iachi Bonvin, il tabaccaio di Pavone Canavese. Il 7 giugno 2019, Bonvin si trovò al centro di un drammatico confronto quando sparò contro i malviventi che svaligiando il suo negozio, causando la morte di Ion Stavila, un giovane di 24 anni originario della Moldavia. Inizialmente imputato per omicidio colposo in un contesto di eccesso di legittima difesa, il 71enne è ora accusato di omicidio volontario, con la sentenza prevista per il 30 maggio.
L’indagine condotta dalla procura di Ivrea ha cercato di disvelare la dinamica degli eventi di quella fatidica notte. Secondo il perito dell’accusa, Bonvin avrebbe esploso i colpi dal balcone della sua abitazione, come suggerirebbero le tracce di polvere da sparo rinvenute. D’altra parte, la difesa sostiene che l’uomo si trovava a terra e ha sparato in risposta all’immediata minaccia rappresentata dal ladro. La vicenda giudiziaria ha inoltre coinvolto altre due persone, indagate per il furto in tabaccheria e per il furto del furgone a Ivrea il giorno precedente, utilizzato poi per il colpo a Pavone Canavese. Tuttavia, le loro posizioni sono state archiviate a seguito della riforma Cartabia.
La comunità di Pavone Canavese è rimasta scossa dall’evento, che ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla legittimità della difesa personale. Il caso di Franco Iachi Bonvin non è solo una cronaca di un tragico episodio di giustizia locale, ma si inserisce in un dibattito più ampio che interroga la società italiana sui confini tra autotutela e violazione della legge.
Mentre il tabaccaio attende la sentenza, la discussione pubblica continua a infiammarsi, riflettendo la complessità di un tema che tocca corde profonde del sentire collettivo.