
Soccorso Alpino: in caso di chiamate per incidenti dovuti all’imprudenza, il servizio si paga

Chi chiamerà i soccorsi in maniera immotivata dovrà accollarsi le spese di intervento e di trasporto con l’elisoccorso. Il tema torna alla ribalta della cronaca con l’incremento, nel periodo estivo degli infortuni gravi e lievi che hanno luogo nelle montagne canavesane e piemontesi. Ma non tutti sanno che dal 1° gennaio 2016 in Piemonte è in vigore una delibera regionale, voluta dall’allora assessore alla Sanità Antonio Saitta e dall’assessore alla Montagna Alberto Valmaggia, che prevede il pagamento delle operazioni di soccorso ogni qualvolta si richiede l’intervento del Soccorso Alpino per incidenti dovuti all’imperizia o alla mancanza di prudenza.
Il servizio costa alla collettività migliaia di euro ogni volta e spesso, l’elisoccorso viene chiamato anche senza che ve ne sia una vera necessità. La prima regione ad affrontare la questione è stata il Veneto. Oltre allo sconto per i residenti, la norma in vigore prevede il pagamento di un ticket anche da parte dei feriti che devono mettere mano al portafoglio e pagare 25 euro al minuto fino ad un massimo di 500 euro nel caso in cui l’incidente avvenga durante un’attività ricreativa considerata rischiosa come ad esempio il parapendio, l’arrampicata e lo sci-alpinismo.
Ai non residenti in Piemonte viene richiesto un diritto fisso di chiamata di 120 euro ed un costo al minuto di volo di 120 euro per l’elisoccorso, mentre per l’intervento del Soccorso alpino si applica un diritto fisso di chiamata per ciascuna squadra di 120 euro, più 50 euro per ogni ora successiva. Per tutti (residenti o non residenti in Piemonte) il costo dell’intervento va corrisposto per intero in caso di chiamata totalmente immotivata (ad esempio uno scherzo) o che genera la ricerca di persone disperse a causa di un comportamento irresponsabile; nel caso di chiamata causata da utilizzo di dotazione tecnica non adeguata o dalla scelta di percorsi non adatti al livello di capacità o al mancato rispetto di divieti, la compartecipazione arriva fino ad un massimo di 1000 euro, fermo restando la non applicazione in caso di ricovero del paziente in reparto od in osservazione breve intensiva in Pronto soccorso.
Il rilevamento delle condizioni spetta agli equipaggi intervenuti. Non sono soggette a compartecipazione le spese per il recupero di una salma. Il provvedimento non prevede sconti per i piemontesi mentre gli interventi “sanitari” rimarranno gratuiti. Per il resto, l’escursionista dovrà pagare in parte o del tutto il costo del servizio. Le chiamate di soccorso in montagna sono circa 500 l’anno. Ovvero, una su cinque. Chi commetterà imprudenze, pagherà la tariffa piena: 120 euro al minuto. Non si pagherà in caso di incidenti gravi o di emergenze sanitarie.