
SETTIMO ROTTARO: UNA GRANDE FOLLA PER L’ESTREMO SALUTO A MARCO BELTRANDO

Una grande folla fatta di tanti visi giovani. Giovani come Marco Beltrando. Visi tristi, tirati, nei quali brillavano occhi lucidi di commozione a stento trattenuta. Perché i giovani non piangono, si tengono tutto dentro e custodiscono nel cuore anche i dolori più grandi. Grandi come quella della perdita di un amico vero, sempre sorridente, innamorato della vita e della sua splendida famiglia.
In tanti volevano bene a Marco, il giovane di 36 anni (ne avrebbe compiuti 37 giovedì scorso) che la mattina dell’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, ha deciso, insieme ad un amico di recarsi a fare un’escursione sul sentiero che divide la Valchiusella e la Valle di Frassinetto a 2.200 metri di quota. Doveva essere una gita spensierata che si è invece tramutata in un orrore senza fine. La dinamica è chiara: Marco è scivolato a causa dell’erba olina ed è precipitato per duecento metri. La procura di Ivrea non ha nemmeno disposto l’autopsia. Marco Beltrando aveva vissuto per anni a Strambino poi si era trasferito a Ivrea: qui ha lasciato la moglie Cristina, una giovane donna distrutta dal dolore e un bimbo di appena due anni rismasto orfano troppo presto.
Lauerato in geologia e cartografia, giovane ricercatore all’Università di Torino, con un brillante futuro davanti a sé, Marco si lascia alle spalle un vuoto nessuno potrà mai riempire. Ai suoi funerali che si sono svolti questa mattina alle 11,00 presso la chiesa parrocchiale di Settimo Rottaro, il paese dove abitano i genitori, hanno partecipato oltre cinquecento persone. Studenti universitari, amici, parenti, ex insegnanti, ex compagni di scuola del liceo “Gramsci” di Ivrea, semplici conoscenti. In tanti hanno voluto tributare l’estremo saluto ad un giovane che amava la sua famiglia, il suo lavoro e lo sport. Ed è proprio una triste fatalità che a togliergli la vita sia stata proprio la pratica sportiva.