
Santissima Annunziata: il Tar conferma la revoca della parità scolastica. Senza fondi pubblici e convenzioni, la scuola chiude
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte ha confermato in via definitiva la revoca della parità scolastica all’istituto Santissima Annunziata di Rivarolo Canavese. Con la sentenza depositata il 9 settembre 2025, i giudici della Seconda Sezione hanno respinto il ricorso presentato dalla cooperativa “La Risposta Scs”, ritenendo prevalente l’interesse pubblico alla corretta erogazione del servizio scolastico rispetto a quello economico e organizzativo dell’ente gestore.
Il provvedimento sancisce la perdita dei finanziamenti statali e delle convenzioni con il Comune e con la Diocesi di Ivrea, determinando la fine delle attività scolastiche a partire dal 1° settembre 2025.
Nelle motivazioni i giudici sottolineano come l’istituto fosse stato già avvertito delle criticità con un preavviso di revoca del 13 maggio, che concedeva 30 giorni per sanare le irregolarità. La memoria di controdeduzioni presentata il 12 giugno non è stata ritenuta sufficiente: il contenuto, scrivono i magistrati, era «ammissivo delle criticità contestate e privo di iniziative concrete per risolverle».
Le irregolarità accertate dagli ispettori riguardavano aspetti ritenuti fondamentali per la gestione di una scuola: assenza del coordinatore didattico per un intero anno, docenti privi dei titoli necessari, contratti incongruenti con classi e ore di insegnamento. Nel ruolo di coordinatore si era insediata una figura priva dei requisiti richiesti, scelta che non è passata inosservata alle verifiche ministeriali.
La perdita della parità scolastica comporta conseguenze dirette anche sul comodato con la Diocesi di Ivrea, strettamente legato al riconoscimento ministeriale. La chiusura appare quindi inevitabile, aggravata da un progressivo calo di iscritti: da circa 300 studenti dello scorso anno si è già scesi a poco più di 200, con una settantina di trasferimenti verso istituti pubblici durante l’estate.
Resta incerta la posizione della cordata di imprenditori che nei mesi scorsi aveva manifestato l’intenzione di sostenere la scuola. Senza fondi pubblici e senza parità, la sostenibilità economica appare compromessa.
La sentenza rappresenta l’epilogo di una vicenda iniziata anni fa, già segnata da contestazioni e verifiche ispettive. I giudici hanno stabilito che le irregolarità erano note e che l’istituto, pur avendone la possibilità, non ha adottato misure correttive. La decisione del TAR mette così la parola fine a un’esperienza che per anni ha coinvolto centinaia di famiglie del territorio.