
San Giusto Canavese festeggia i cento anni di Piero Ballesio: “Un secolo di vita, affetti e memoria condivisa”
Piero Ballesio, sangiustese d’adozione, ha compiuto cent’anni lo scorso 20 ottobre, circondato dall’affetto della figlia, degli amici più cari e della comunità. Per l’occasione, si è tenuta una festa in famiglia che ha visto la partecipazione delle autorità locali e di numerosi cittadini, uniti nell’omaggio al neocentenario.
A festeggiare con lui anche il vicesindaco Michele Mennuni e l’assessore Simona Amore, che hanno voluto portare personalmente gli auguri dell’Amministrazione comunale, accompagnati da un omaggio simbolico a nome di tutta San Giusto Canavese. Un gesto semplice ma sentito, per celebrare una vita lunga e piena, intrecciata con la memoria collettiva del territorio.
Nel messaggio ufficiale, la sindaca Giosi Boggio ha voluto sottolineare il valore profondo di questo traguardo: «Cent’anni non sono un numero: sono un viaggio attraverso un secolo di storia, di cambiamenti, di affetti – ha dichiarato la sindaca – In un tempo che corre veloce, la lunga esistenza del signor Ballesio ci ricorda il valore della memoria, la bellezza della lentezza, la ricchezza delle relazioni vere. A Piero l’abbraccio più affettuoso di San Giusto, con l’augurio che i suoi giorni continuino a essere illuminati dalla serenità, dal calore della famiglia e dall’affetto di tutta la comunità. Buon compleanno, Piero: cento volte auguri, cento volte grazie».
La festa per Piero Ballesio si inserisce in una serie di ricorrenze di longevità che negli ultimi mesi hanno coinvolto il Canavese, confermandolo come un territorio dove la lunga vita sembra quasi un dono naturale. Solo pochi giorni fa hanno spento le loro cento candeline anche Gina Gribaldo di Agliè e Riamonda Ruffatto di Castellamonte, entrando nel ristretto “club” dei centenari canavesani.
In un’epoca dominata dalla fretta e dalla tecnologia, storie come quella di Piero riportano al centro l’importanza del tempo vissuto, delle relazioni e della memoria tramandata.
Un simbolo vivente di equilibrio, radici e gratitudine, che continua a ispirare la comunità sangiustese e a ricordare quanto la vita, anche nei suoi passaggi più lunghi, resti un dono straordinario.