
San Carlo Canavese: 20 arresti in un blitz della Polizia. In un terreno due bidoni con denaro e droga
La Polizia di Stato di Torino, nelle prime ore dell’altra mattina, nelle province di Torino, Milano, Varese, Alessandria, Napoli ed Asti, ha dato esecuzione all’ordinanza dispositiva di misure cautelari emessa dal Gip di Torino, nell’ambito di un procedimento penale coordinato dalla D.D.A. della Procura della Repubblica. Il provvedimento cautelare ha riguardato 28 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, di plurime cessioni di ingenti quantitativi di narcotici (hashish, marijuana e cocaina), violazione della normativa in materia di armi, riciclaggio, reimpiego di denaro provento delittuoso, rapina e ricettazione.
In alcuni terreni agricoli di San Carlo Canavese, i metal detector hanno individuato due grossi bidoni per il latte nascosti sotto terra. In uno erano stati collocati hashish e cocaina e nelle altre decine di migliaia di euro in contanti. Alla compagine associativa è stata contestata pertanto anche l’aggravante del numero di persone superiori a dieci e della disponibilità di armi.
Complessivamente, l’operazione ha visto l’impiego di circa 200 operatori della Polizia di Stato. Sono stati impiegati, oltre agli investigatori della Squadra Mobile e le altre aliquote della Questura di Torino, i rinforzi posti a disposizione dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Anticrimine Centrale, consistenti in operatori delle altre Squadre Mobili del distretto del Piemonte e della Valle d’Aosta, specialisti del Reparto Volo di Milano, Unità Cinofile del locale U.P.G.S.P., operatori del Gabinetto di Polizia Scientifica e numerosi equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine del Piemonte, della Lombardia, della Liguria e della Toscana.
Nel dettaglio, l’attività investigativa ha avuto inizio nell’ottobre del 2019 a seguito della dichiarazione di latitanza di Vittorio Raso, destinatario di diversi provvedimenti cautelari per reati di associazione per delinquere di tipo mafiosa e finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Dall’attività investigativa era emerso che Raso dimorava in Spagna, dove, nell’ipotesi investigativa, avrebbe svolto attività di brokeraggio nell’ambito della commercializzazione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, destinati al mercato al dettaglio di numerose regioni italiane. Com’è noto, il 10 ottobre 2020, Vittorio Raso è stato tratto in arresto a Barcellona.
Dopo la liberazione da parte delle autorità iberiche di Vittorio Raso, l’attività per la ricerca del latitante proseguiva, da parte dell’Autorità Giudiziaria e della Polizia di Stato torinese, che hanno acquisito rilevanti elementi indiziari circa la verosimile rigenerazione dell’associazione criminale capeggiata da Raso, secondo le ipotesi dell’accusa, suddivisa in vari sottogruppi, che nel tempo avrebbero intensificato l’attività di importazione di ingentissimi quantitativi di sostanza stupefacente sull’asse Spagna- Italia.
Il volume d’affari dell’illecita attività risulterebbe presuntivamente quantificabile in diversi milioni di euro. Vittorio Raso è stato nuovamente arrestato di nuovo a Barcellona lo scorso 22 giugno e, allo stato attuale delle cose, sono in corso le procedure per ottenere l’estradizione dalla Spagna.
Il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore degli indagati, sino alla sentenza definitiva.