
Rivarolo, prime condanne per l’organizzazione di truffatori attiva in tutta Italia

Sono state pronunciate nella mattinata di ieri, al tribunale di Ivrea, le prime condanne relative all’operazione denominata “Supercar”. Un’operazione che ha coinvolto 19 imputati che facevano parte di una ramificata organizzazione di truffatori. L’operazione ha avuto luogo nel 2013. Al termine delle indagini i carabinieri di Rivarolo Canavese, stimarono che il giro si affari montava, all’epoca, a tre milioni di euro.
L’organizzazione aveva mietuto oltre 130 vittime in tutta Italia, Canavese compreso. A giudizio della pubblica accusa, dell’organizzazione facevano parte parenti, amici e conoscenti. Ieri mattina il Giudice per l’Udienza Preliminare Stefania Cugge, ha pronunciato le prime sentenze per i cinque imputati che hanno scelto di avvalersi del rito abbreviato: Gianluca Abate, 28 anni, originario di Rossano Calabro condannato a tre anni e dieci mesi, Cosimo Bevilacqua, 45 anni di Gioiosa Jonica (tre anni e quattro mesi), Bruno Antonucci, 52 anni, di Pont Canavese (4 anni e sei mesi), Domenico Vironda, 44 anni di Rivarolo (3 anni e quattro mesi) e Massimo Giolitto Deina, 43 anni di Rivarolo (1 anno e quattro mesi). Il prossimo 24 maggio partirà il processo per gli altri 14 imputati.
Sono 143 i truffati che sono si sono costituiti parte civile. L’organizzazione era specializzata nel raggiro su vasta scala. Alcuni esempi: acquisiti di alcuni quintali di parmigiano reggiano, biglietti ferroviari, gioielli e auto di lusso. Gli acquisti, stando a quanto hanno accertato gl’investigatori, venivano effettuati dai truffatori con assegni scoperti o fasulli che venivano emessi per evidenti ragioni contabili, nella serata del venerdì. Le vittime erano quindi costrette a recarsi in banca il lunedì, quando poi veniva scoperta la truffa. Tra le auto di lusso figuravano Mercedes, Bmw e Audi che venivano esportate in Germania, Francia e nel Nord Africa.