
Rivarolo, il sindaco Rostagno: “Il padre non aveva più fatto seguire dal Ciss 38 il figlio disabile”

È visibilmente provato il sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno. Questa mattina, alle 7,00, si è recato nell’appartamento di corso Italia teatro della tragedia e ne è uscito sconvolto. “Non ho mai visto una scena simile – racconta -. Nell’appartamento c’era sangue dappertutto e non riesco a capire per quale ragione sia potuto accadere un dramma così agghiacciante e terribile. La città si stava appena risvegliando dall’incubo delle chiusure causate dalla pandemia di Coronavirus e questo inaspettato dramma ha scosso nel profondo tutta la città e ha cancellato la speranza di poter riprendere a vivere in modo più normale. Mi unisco insieme all’Amministrazione comunale al dolore delle famiglie”.
Ma quel che più ha colpito il primo cittadino di Rivarolo Canavese è la modalità con la quale ha avuto luogo questo gravissimo fatto di sangue: tutte e quattro le vittime, la moglie dell’omicida, il figlio, la coppia di coniugi che era proprietaria dell’appartamento sono stati colpiti alla testa. Come un’esecuzione. È stato agghiacciante.
“Un terribile episodio davvero inspiegabile – afferma Alberto Rostagno -. Non conoscevo né l’omicida e neanche la sua famiglia, ma conoscevo bene i coniugi Dighera. Due bravissime persone, tranquille, sempre gentili. Il marito ha lavorato per molti anni alla Salp mentre la moglie insegnava a scuola. La città non dimenticherà mai questo terribile giorno”.
Il sindaco si è ricolto ai i servizi sociali del Ciss 38 che per diverso tempo hanno seguito il figlio disabile dell’omicida: “Mi è stato spiegato che il ragazzo è stato seguito per diverso tempo ma il padre aveva poi deciso di fargli frequentare il Centro Diurno di Castellamonte. E, dopo qualche tempo, ha firmato la liberatoria per poterlo accudire in casa”.