
Rivarolo Canavese: Luca Raggino, otto anni, è stato proclamato l’ “alunno più buono d’Italia”
E’ Luca Raggino, otto anni, residente con la famiglia a Rivarolo Canavese, “L’alunno più buono d’Italia”. Lo ha stabilito l’associazione che dal lontano 1974 promuove il premio nazionale. A Luca è stato assegnato il riconoscimento in virtù dei meriti morali che ha dimostrato di possedere. Il prossimo 24 ottobre il piccolo Luca riceverà l’ambito premio presso l’istituto Santissima Annunziata di Rivarolo, la scuola gestita dalle religiose che il piccolo e coraggioso alunno frequenta da un triennio.
Luca Raggino è il figlio di Livio: un uomo che da diversi anni deve fare i conti con una rara malattia invalidante che limita di molto la deambulazione. Livio Raggino che è conosciuto non soltanto a Rivarolo Canavese ma anche in ambito nazionale, non solo combatte con coraggio la patologia, ma si è dedicato con grande volontà e coraggio al ciclismo paraolimpico. Il suo impegno è stato premiato: lo scorso anno Livio (che è tesserato con la società “Sportabili Alba”) ha indossato la maglia rosa dopo aver vinto il Giro d’Italia di paraciclismo.
Luca è cresciuto in questo contesto e la sua grande sensibilità ha fatto in modo di sostenere il padre e la squadra alla quale quest’ultimo appartiene. Non solo Luca Raggino è diventato la mascotte della società albese ma ha dimostrato un interesse e un impegno che non ci si aspetterebbe da un bambino di questa età. Durante la settimana frequenta dilgentemente le lezioni e poi, nel week end segue il padre nelle trasferte nazionali dove gareggia.
Fare i conti con sportivi che presentano invalidità che possono creare una certa impressione, non ha impedito al piccolo Luca di aiutare e tifare per il padre ma per tutti gli atleti della squadra. Un coraggio inusuale in un bimbo: un coraggio che lo rende “speciale”. Ed è per questo che dopo la candidatura, la commissione preposta gli ha conferito il premio di “Alunno più buono d’Italia”.
Un riconoscimento che di certo non gli cambierà la vita, ma che è di esempio anche per gli adulti, dimostrando che l’handicap non sempre è solo un ostacolo ma può anche divenire una rara opportunità.