Rivarolo Canavese: bimbo autistico “umiliato” in classe. E la vicenda finisce in procura a Ivrea

07/03/2016

Il bimbo era affetto dalla sindrome di Asperger, una patologia imparentata con l’autismo. I primi sintomi si erano presentati durante l’ultimo anno dell’asilo e, per questa ragione, i genitori iniziarono con il supporto dell’Asl di Ivrea un percorso specifico. Quando iniziò a frequentare la prima classe elementare della scuola elementare “Gibellini Vallauri”  i genitori misero gli insegnanti al corrente della situazione. Intanto la sindrome causava i primi pervasivi effetti causati dall’autismo. Il piccolo è stato sostanzialmente isolato dal resto della classe. Una vicenda drammatica che adesso finirà in procura. L’avvocato Enrico Maria Picco, che assiste gratuitamente i genitori dello scolaro e che ha particolarmente a cuore le problematiche relative ai bimbi autistici, ha presentato un esposto alla procura di Ivrea e la contestuale richiesta, alla direzione del plesso scolastico di Rivarolo Canavese, di assumere provvedimenti disciplinari nei confronti della maestra che avrebbe “umiliato” l’alunno confinandolo in fondo alla classe e costretto a gestirsi da solo.

Ma non è tutto: la scorsa settimana l’insegnante (che conta quasi quarant’anni di insegnamento), ha invitato i genitori del bambino a entrare in classe alla presenza degli altri alunni. Con voce alterata, la maestra avrebbe sostenuto che la presenza del bambino impedirebbe il regolare svolgimento delle lezioni e ha invitato i genitori ad andare dal preside per fare in modo che fossero assunti provvedimenti affinché il bimbo autistico fosse oggetto di provvedimenti adeguati con un’insegnante di sostegno. Poi, non paga, ha accusato la madre del bambino di avere mentito e di aver tenuto nascosti i problemi di cui soffriva il figlio.

Una scenata umiliante: non soltanto per papà e mamma, ma anche per il piccolo, reo di aver nascosto il libro di un compagno di scuola nel proprio zainetto. E pensare che dopo i primi giorni di scuola, i genitori organizzarono, di concerto con gli esperti del servizio di Neuropsichiatria infantile di Castellamonte, un incontro con le maestre per spiegare loro in che modo relazionarsi con un bambino affetto dalla sindrome di Asperger. La insegnanti confermarono di aver avuto precedenti esperienze con bimbi autistici, sottolineando però che quello di Marco era un caso particolarmente problematico.

Dal canto suo, il dirigente scolastico, Alberto Focilla, una vita spesa nell’insegnamento, puntualizza con pacatezza che i problemi maggiori sono insorti ad anno scolastico iniziato quando non era ormai più possibile richiede un’insegnante di sostegno. Per ovviare al problema il dirigente avrebbe inviato più volte un’altra maestra per affiancare la collega ed occuparsi del bambino.

Ai genitori di Marco è andata la solidarietà di tanti genitori, ma l’avvocato intende andare fino in fondo: a suo parere l’isolamento e la scenata compiuta dalla maestra, avrebbe causato nel bambino un’importante regressione nei rapporti sociali: una regressione che sarà tema di ulteriori approfondimenti. La maestra ha confermato l’accaduto e, per il legale, questa è la chiara e lampante dimostrazione che sarebbero stati traditi i principi etici dell’insegnamento. Il dirigente scolastico Alberto Focilla non si sbilancia: prima di assumere una qualsiasi decisione, attende di avere in mano gli atti. Intanto sarà la procura eporediese ad occuparsi del caso.

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