
RivaBanca addio. L’assemblea dei soci ha approvato la fusione con la Banca d’Alba

RivaBanca addio: dal primo luglio prossimo l’istituto di credito cooperativo territoriale di Rivarolo Rivara si fonderà per incorporazione con la Banca d’Alba e del Canavese. Lo ha deciso nella giornata di domenica 7 maggio nel salone comunale di via Montenero l’assemblea generale dei soci che ha approvato con 622 Si, 204 No e 30 astensioni, la proposta di fusione avanzata dal Cda e dal presidente Giovanni Desiderio. Un esito più che prevedibile: tra le braccia alzate di 460 soci (396 si sono fatti rappresentare) è naufragata l’iniziativa bancaria tutta canavesana nella quale molti avevano creduto in un clima a tratti da stadio con richiami all’ordine da parte del presidente e accesi interventi interventi da parte di alcuni soci.
Sconfitto il Comitato per la Continuità di Rivabanca che si era schierato per il No alla fusione. Va precisato che nel passaggio al colosso del credito cooperativo di Alba, Langhe e Roero (il quarto in Italia) i 1.640 azionisti non perderanno il denaro investito, come è stato precisato in più occasioni e nel corso dell’assemblea: il cambio delle azioni avverrà alla pari i soci potranno godere di servizi e benefici che RivaBanca non avrebbe potuto ancora offrire.
La globalizzazione delle norme europee ha determinato il processo di fusione perché come ha riaffermato il presidente Desiderio, la banca territoriale era ancora troppo fragile dal punto di vista strutturale per continuare ad affrontare il mercato. Ipotesi puntualmente contestata dal Comitato per il No che ha sostenuto fino all’ultimo l’alternativa dell’aggregazione alla Cassa Centrale di Trieste che avrebbe consentito a RivaBanca di mantenere l’autonomia e il nome. L’assemblea è stata sovrana e ha deciso a maggioranza.