
Prqa, il Piano Regionale per la Qualità dell’Aria: il nuovo regolamento rischia di mettere in difficoltà le aziende agricole piemontesi
Il settore agricolo piemontese si trova in difficoltà in vista dell’entrata in vigore, nei prossimi mesi, di alcuni adempimenti previsti dal Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (Prqa). Le nuove regole, che riguardano in particolare la copertura degli stoccaggi per i reflui zootecnici e la comunicazione preventiva di spandimento, comportano costi elevati e complessità tecniche e burocratiche, rendendo molte misure difficilmente sostenibili per le aziende.
All’inizio del 2025 la Regione aveva avviato uno studio, affidato all’Università di Torino, per valutare l’impiego di tecniche alternative meno onerose per contenere le emissioni dai cumuli di letame. Il progetto, pur avendo fornito prime indicazioni positive, richiede almeno un anno per produrre risultati significativi, tempi incompatibili con le scadenze del Prqa. La comunicazione preventiva di spandimento dei reflui, nella sua forma attuale, si rivela complessa sia per le aziende sia per gli enti pubblici, motivo per cui la sua applicazione è stata più volte rinviata in attesa di modifiche normative, ancora non introdotte.
Le aziende esitano quindi a investire in interventi strutturali dai costi elevati, con il rischio di non rispettare le scadenze e di perdere i premi della Pac per violazione della condizionalità. La situazione è particolarmente critica per gli interventi più complessi, come le coperture dei cumuli di letame, che richiedono tempi di autorizzazione e realizzazione superiori a quelli previsti dal Piano.
Il settore agricolo, pur contribuendo solo in maniera secondaria alle emissioni complessive della regione, è stato tra i primi a implementare misure concrete per il miglioramento della qualità dell’aria. Tuttavia, risulta necessario bilanciare l’efficacia ambientale degli interventi con la sostenibilità economica delle aziende, in un contesto di instabilità economica e geopolitica che rende strategica la tutela delle produzioni agricole e zootecniche locali.
Il Consiglio regionale è chiamato a esaminare una proposta di deliberazione volta a rendere le norme più realistiche e gestibili. Nel frattempo, tra gli allevatori cresce la preoccupazione per i rischi economici e gestionali connessi all’applicazione delle attuali disposizioni.