
Pronto soccorso di Ciriè, infermiere aggredito da un paziente. Il sindacato Nursind: “Dove sono i vigilantes?”
Un infermiere in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale di Ciriè è rimasto vittima di un’aggressione da parte di un paziente. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, ha scagliato una bottiglia piena di gel disinfettante colpendo il sanitario al volto e danneggiandogli gli occhiali. L’episodio, avvenuto in un clima di forte tensione, è degenerato tra urla, minacce e il tentativo di utilizzo di un estintore come ulteriore strumento di offesa.
La situazione ha provocato panico tra i presenti nella sala d’attesa, rendendo necessario l’intervento tempestivo dei carabinieri, che sono riusciti a bloccare l’aggressore e riportare la calma nel reparto.
L’accaduto ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nei presidi sanitari dell’ASL TO4. Il sindacato Nursind ha espresso «profonda preoccupazione» per l’ennesimo episodio che coinvolge il personale sanitario, denunciando la mancata attuazione delle misure promesse nei mesi precedenti. Secondo il sindacato, la vigilanza armata, annunciata come operativa «entro fine anno», non risulta ancora attivata alla data del 1° dicembre, mentre l’azienda sanitaria sarebbe tuttora in fase di gara per l’affidamento del servizio.
Il Nursind ricorda inoltre che quanto avvenuto non rappresenta un caso isolato. Nei primi mesi del 2025 si erano verificati altri episodi di violenza nello stesso pronto soccorso, tra cui l’aggressione di febbraio a opera di un 28enne in stato di ebbrezza e quella di marzo che aveva coinvolto un detenuto. Senza dimenticare il caso di novembre 2024, che a suo tempo aveva portato l’ASL TO4 ad annunciare l’installazione di telecamere e il rafforzamento della vigilanza privata.
Alla luce della nuova escalation, il sindacato ha chiesto un intervento immediato dell’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi per accelerare l’attivazione delle misure previste. Tra le richieste rientrano il potenziamento della videosorveglianza, la presenza fissa di guardie armate e la definizione di protocolli d’intervento rapidi con le forze dell’ordine.
Parallelamente, il Nursind sollecita l’applicazione delle tutele contrattuali firmate nell’ottobre scorso, che includono patrocinio legale, assistenza psicologica e difesa garantita per gli operatori vittime di aggressioni. Una protezione considerata indispensabile in un contesto, come quello del pronto soccorso, dove si concentrano fragilità sociali, problematiche psichiatriche e casi legati all’abuso di sostanze.
«La sicurezza deve diventare una priorità reale – ribadiscono dal sindacato – perché tutelare chi cura significa anche tutelare i cittadini che si rivolgono al servizio sanitario».
fr.se.