
Processo “caro estinto”: l’Asl chiede ai dipendenti “infedeli” 110mila euro di risarcimento

Caro estinto, l’Asl To4 di Ivrea-Ciriè e Chivasso chiede ai quattro imputati presunti “infedeli” (infermieri e operatori socio-sanitari), tramite l’avvocato Andrea Castelnuovo, un risarcimento di 110 mila euro per i danni patrimoniali causati dalla loro condotta.
Nel processo sulle presunte mazzette che i titolari delle agenzie funebri avrebbero versato agli operatori sanitaria che segnalavano i decessi e si preoccupavano di consigliare ai parenti dei defunti a quale agenzia di pompe funebri rivolgersi per un adeguato trattamento.
Alla sbarra sono comparsi sedici imputati (quattro dipendenti dell’Asl e dodici imprenditori). L’Asl To4 chiede anche una “provvisionale” di 60 mila euro. Gli avvocato difensori dei dipendenti dell’azienda sanitaria, nell’udienza che si è svolta nella mattinata di ieri in tribunale a Ivrea, hanno sostenuto la tesi secondo la quale data l’esiguità delle somme che gl’impresari avrebbero corrisposto a coloro che si trovavano in servizio nelle camere mortuarie degli ospedale di Cuorgnè e di Ivrea, il reato di corruzione sarebbe da escludere.
E, in questo caso, basterebbe che il giudice comminasse una semplice una sanzione amministrativa. L’udienza sul “caro estinto” è stata aggiornata. La sentenza è prevista per il prossimo 28 febbraio.