Da giorni perseguitava la sua vittima, una giovane donna di origine marocchina, con continue richieste di natura sessuale. E non solo: per indurla a cedere, Radouane Harrany, 43 anni, domiciliato a Pont Canavese, aveva danneggiato l’allacciamento della corrente elettrica della casa dove la donna abita, aveva tentato di introdursi nel suo appartamento e aveva danneggiato una tapparella. E’ accaduto a Pont Canavese nella serata di domenica 28 agosto.

La giovane trentaquattrenne, madre di quattro figli, spaventata dal connazionale, aveva richiesto aiuto al cognato e al nipote che abitano a Cuorgnè. Quando sono giunti presso l’abitazione della parente, i due uomini hanno ingaggiato una colluttazione con il persecutore della donna. Radouane Harrany è riuscito a ferire con l’ausilio di una bottiglia spezzata uno dei famigliari al gomito sinistro. E’ stato l’arrivo dei carabinieri della stazione di Pont Canavese a porre fine alla rissa. Harrany, in evidente stato di ubriachezza, si è procurato diverse ferite da taglio al torace e al braccio sinistro. Dopo essere stato immobilizzato i militari hanno dapprima condotto lo stalker al pronto soccorso dell’ospedale di Ivrea, dove è stato medicato e dimesso con una prognosi di venti giorni e poi lo hanno trasportato al carcere di Ivrea.

Alle 12,45 di lunedì i carabinieri della stazione di Pont Canavese, insieme ai colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale di Biella, hanno dato seguito all’ordine di custodia cautelare spiccato dal tribunale di Biella nei confronti del marocchino dato che doveva scontare una pena a quattro mesi di reclusione per falsa attestazione a pubblico ufficiale e violazione delle disposizioni che disciplinano la permanenza degli stranieri sul territorio italiano. Reati che erano stati commessi a Cossato e Masserano, due comuni del Biellese.