
Pont: la strada verso la conclusione della trattativa sindacale sulla Sandretto è ancora tutta in salita

Sandretto: ancora nulla di fatto nonostante ci siano le premesse per raggiungere un accordo soddisfacenti per entrambe le parti in causa: la Fiom-Cgil che rappresenta e tutela i 127 dipendenti dell’azienda di Pont Canavese e la società che si è dichiarata disponibile a ritirare la procedura di liquidazione. Lunedì scorso ha avuto luogo un ulteriore incontro presso l’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte. La trattativa prosegue ma l’accordo appare ancora lontano. In sintesi: i vertici della Sandretto confermano la possibilità di ritirare la liquidazione nel caso di un aiuto esterno alla cooperativa che si è resa disponbile all gestione del reparto ricambi – spiega l’azienda in un nota nella quale, tra l’altro si auspica che la Regione Piemonte possa intervenire in questo senso “magari per una cooperativa gestita da una parte degli stessi lavoratori Sandretto, come aveva evocato lo stesso assessore Pentenero”.
Il messaggio è chiaro: se questo dovesse avere luogo sarebbe possibile l’attivazione di un nuovo periodo della casa integrazione in scadenza il prossimo 18 settembre e il contestuale richiamo progressivo da parte del personale “che potrebbe lavorare al completamento delle tredici presse in fase di assemblaggio”. La procedura di liquidazione, in sostanza sarà ritirata soltanto se le istituzioni lanveranno alla’zienda una ciambella di salvataggio. Ma la condizione posta dalla Fiom-Cgil per la fattiva ripresa della trattativa è quella di avere precise garanzie sull’effettiva ripresa della produzione industriale. E’ questo che il nodo gordiano che deve essere sciolto per sbloccare l’impasse, tenuto conto che in gioco c’è il futuro di 127 famiglie. Una prospettiva che deve far pensare sia la società che il sindacato.