Erano stati lasciati a morire in una scatola di cartone, sul ciglio della statale 460, a Pont Canavese. Sei cuccioli appena nati, ancora ciechi e incapaci di muoversi, abbandonati tra i rifiuti e le foglie, in uno dei tratti più trafficati e rumorosi della valle. A salvarli è stato un automobilista di passaggio che, nel pomeriggio di lunedì, ha deciso di fermarsi dopo aver udito un lamento provenire da una piazzola di sosta.
Quando ha aperto la scatola, i piccoli si stringevano l’uno all’altro per cercare calore. Secondo i veterinari avevano non più di dieci giorni di vita: senza latte e assistenza non sarebbero sopravvissuti ancora a lungo.
L’uomo ha subito contattato le forze dell’ordine e i volontari della zona. I cuccioli sono stati recuperati e affidati al Canile di Caluso, dove sono stati messi al caldo e sottoposti alle prime cure veterinarie. Da quel momento è iniziata la loro seconda possibilità: vengono nutriti con biberon e latte specifico, controllati giorno e notte dal personale che ne segue con dedizione ogni piccolo progresso. Quando saranno abbastanza forti, potranno essere dati in adozione.
Il canile ha già diffuso un appello sui propri canali social per trovare famiglie disposte ad accoglierli. Ma dietro la commovente storia di salvezza resta il peso di un gesto crudele e inaccettabile.
L’abbandono di animali, soprattutto di cuccioli, rappresenta non solo un atto di inciviltà ma anche un reato penale. Eppure, in Italia, ogni anno vengono abbandonati oltre 80 mila cani e 50 mila gatti, spesso nei periodi più difficili da gestire.
Il caso di Pont Canavese si aggiunge a una lunga serie di episodi simili che negli ultimi mesi hanno interessato il Canavese. Un segnale preoccupante, che evidenzia quanto sia ancora necessaria una cultura del rispetto e della responsabilità verso gli animali.
Il Canile di Caluso, già sovraccarico, continua a rappresentare un punto di riferimento per il territorio. Ogni salvataggio è una corsa contro il tempo, ma anche una testimonianza concreta di sensibilità e solidarietà.
In questa storia, la differenza l’ha fatta un automobilista qualunque, che ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. Un gesto semplice, ma capace di restituire speranza e di ricordare che, anche nei luoghi più impensabili, la vita può trovare ancora una possibilità.
