
Pont Canavese: medico a giudizio per aver dimesso un paziente deceduto qualche giorno dopo

Si era recato per ben due volte al pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè perché accusava disturbi fisici. E tutte due le volte, dopo aver effettuato alcuni accertamenti clinici, era stato dimesso. Il 1° settembre del 2011, Paolo Monteu Saulat, 41, anni, residente a Pont Canavese venne trovato morto nella sua casa. L’autopsia aveva accertato che la causa della decesso era da addebitarsi a ischemia miocardica acuta. Alla sbarra, in tribunale a Ivrea, è comparso un medico del pronto soccorso di Cuorgnè, Roberto Scala, accusato di omicidio colposo. I
l medico legale ha spiegato in aula che il 4 agosto, il giorno del primo accesso al pronto soccorso al Paolo Monteu Saulat vennero eseguito un elettrocardiogramma e due test per misurare il livello della troponina. I valori riscontrati avrebbero dovuto far decidere il medico per il ricovero allo scopo di eseguire ulteriori esami clinici, anziché prescrivere una successiva visita cardiologica. Con un ricovero ospedaliero, a giudizio del medico legale Roberto Testi, il paziente si sarebbe potuto salvare. Il cuoco venne dimesso per la diagnosi di ipertensione arteriosa. Dopo il decesso la procura di Ivrea, aveva aperto un fascicolo d’inchiesta che coinvolgeva tutta l’équipe medica che era in servizio nei due accessi effettuati dall’uomo il 4 e il 31 agosto. Al termine delle indagini ad essere accusato di omicidio colposo è stato soltanto il medico Roberta Scala (il quale il 4 agosto era responsabile del pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè) che è assistito dall’avvocato Giuliano Arimondo che potrà illustrare la sua tesi difensiva nell’udienza del 1° luglio prossimo. La sentenza è prevista per la fine del mese di settembre.