
Ospiti in buone condizioni di salute nelle Rsa di Piverone e Settimo Vittone. Ma l’Asl non fa i tamponi

Buone notizie giungono dalle Rsa di Piverone e Settimo Vittone del gruppo “Sereni Orizzonti”. A Piverone, struttura che ospita 70 persone (anziani non autosufficienti e una ventina di disabili psichici) e nella quale lavorano 45 dipendenti, dall’inizio della pandemia sono stati trasferiti all’ospedale di Ivrea sei ospiti per sintomi sospetti. Sottoposti subito a tampone, sono risultati positivi ma nessuno di loro è deceduto o si trova sottoposto in terapia intensiva. Nella struttura i residenti non possono circolare da un piano all’altro e i compagni di stanza degli ospiti risultati positivi non possono lasciare la loro camera.
Nessun caso Covid-19 si è invece finora registrato nella Rsa “Le Magnolie” di Settimo Vittone, che ospita 55 anziani non autosufficienti e nella quale lavorano 33 dipendenti. In entrambe le strutture si resta in attesa che la l’Asl To4 possa finalmente organizzarsi per effettuare i tamponi Covid-19, sollecitati dai direttori fin dai primi giorni di marzo. “Infermieri, operatori socio-sanitari e addetti alle pulizie sono stati tempestivamente formati sulle procedure di prevenzione da adottare – spiega Vittorio Pezzuto, responsabile delle relazioni esterne del gruppo – i nostri operatori hanno sempre lavorato e continuano a lavorare dotati dei dispositivi di protezione individuale forniti dall’azienda (mascherine, guanti e camici monouso), sanificano regolarmente gli ambienti interni, disinfettano i loro cellulari ed evitano un uso promiscuo di materiale”.
L’isolamento forzato nel quale si trovano da quasi due mesi gli ospiti incide negativamente sul loro umore così come su quello dei parenti che non possono più andarli a visitare. Alla primaria tutela sanitaria si deve pertanto unire un’attenzione particolare all’equilibrio emotivo e psicologico delle persone assistite in queste strutture. “Proprio per questo – spiega Pezzuto – abbiamo da tempo contattato tutti i familiari degli ospiti, in particolare di quelli allettati, al fine di poter programmare videochiamate WhatsApp, quotidiane e in determinate fasce orarie”. Ed è questa una soluzione che sta riscuotendo un grande successo soprattutto tra i nonni, molti dei quali non sono abituati all’uso delle nuove tecnologie.