
Omicidio Rosboch: interrogato il fratello minore di Gabriele. Adesso si va verso il processo

E’ terminato questo pomeriggio alle 15,00 l’incidente probatorio chiesto dal procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando per “cristallizzare” l’interrogatorio del figlio minore di Caterina Abbatista e fratellastro di Gabriele Defilippi. Dopo oltre sei ore di domande, con una breve pausa alle 12,00, si va verso la chiusura delle indagini e la richiesta del rinvio a giudizio per Gabriele Defilippi, Roberto Obert e Caterina Abbatista. Al termine dell’incidente probatorio, su esplicita richiesta (esaudita) rivolta al Giudice per le Indagini Preliminari Stefania Cugge, il dodicenne (accompagnato dal padre e dall’’avvocato Andrea Bertano) ha riabbracciato dopo quattro mesi la madre e il fratello che, dal 19 febbraio scorso, sono detenuti nel carcere torinese delle Vallette.
Ad interrogare il bambino di 12 anni è stato il giudice Stefania Cugge che ha usato, in questo caso, tutta la delicatezza possibile per evitare che il piccolo testimone potesse accusare un manifesto disagio psicologico. A dividere il fratellastro di Gabriele Defilippi dal gruppo degli indagati e dai rispettivi difensori, un vetro a specchio attraverso il quale poteva essere visto ma non vedere, per evitare ovvii turbamenti.
All’incidente probatorio hanno assistito, senza prenderne parte, Caterina Abbatista (difesa dagli avvocati Matteo Grognardi e Erica Gilardino) e Gabriele Defilippi (assistito dall’avvocato Pier Franco Bertolino). Assenti Roberto Obert (rappresentato dal legale Celere Spaziante) e Efisia Rossignoli (assistita dagli avvocati Ferdinando e Fiorenza Ferrero). Quest’ultima è indagata per concorso in omicidio, ma il suo ruolo nel delitto Rosboch, è ancora tutto da chiarire. Nel corso della mattinata, tra i tanti “non ricordo” e la precisazione che con le sue dichiarazioni non voleva danneggiare né la madre e neanche il fratellastro, il piccolo testimone avrebbe confermato alcune circostanze che la procura riterrebbe siano di particolare importanza e che avranno valore di prova nel corso del processo penale.
A oltre quattro mesi di distanza dell’efferato omicidio della professoressa di sostegno castellamontese Gloria Rosboch, strangolata nel pomeriggio del 13 gennaio, l’inchiesta sembra essere giunta ad una svolta decisiva. Mancano all’appello di 187 mila euro che Gloria aveva affidato all’ex allievo ventiduenne per coronare (come le era stato fatto credere) un sogno professionale (e forse sentimentale), in Costa Azzurra e la pistola che Gabriele avrebbe consegnato a Obert. A giorni dovrebbero giungere in procura i referti definitivi degli complessi e delicati accertamenti compiuti dagli esperti del Ris di Parma, che avevano esaminato a fondo la Renault Twingo di Roberto Obert. E’ su quell’auto che i due complici (che si accusano a vicenda sull’esecuzione materiale dell’omicidio), avrebbero ucciso la donna di 49 anni. A giorni si attendono ulteriori risvolti in questa macabra e delicata inchiesta giudiziaria.