Omicidio Rosboch: i tanti (troppi) misteri di un “giallo” che s’infittisce sempre di più

26/02/2016

A funerali conclusi, la vicenda giudiziaria che riguarda la morte violenta dell’insegnante di sostegno di Castellamonte Gloria Rosboch continua a riservare continue novità: questa mattina i carabinieri della Compagnia di Ivrea e del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Torino hanno utilizzato un drone per esaminare dall’alto ogni centimetro della località in regione Rossetti, tra Rivara e Pertusio, nell’area dove si trova la discarica dismessa dell’ex Asa. Nel luogo dove il complice di Gabriele Defilippi, Roberto Obert di Forno Canavese ha condotto i carabinieri nella vasca di decantazione del percolato dove era stato impietosamente gettato il cadavere, spogliato e strangolato, di Gloria Rosboch. Gl’investigatori hanno ricostruito passo dopo passo, con l’ausilio delle immagini aree scattate dal drone, il possibile percorso compiuto dall’auto di Obert sulla quale la donna sarebbe stata strangolata. L’obiettivo è quello di ricostruire gli ultimi minuti di vita della professoressa di sostegno e di chiarire gli ultimi punti oscuri di questa tragica vicenda.

LE INDAGINI SUI 187 MILA EURO SCOMPARSI

I 187 mila euro, i risparmi di Gloria Rosboch, nella cassetta di sicurezza custodita nella filiale della Banca San Paolo di Forno Canavese, indicata da Gabriele Defilippi e intestata a Roberto Obert, non c’erano. Si ipotizza che siano stati spesi in breve tempo, forse nei casinò del Nord Italia e della Costa Azzurra dove i due amanti-complici erano assidui negli ultimi tempi e dove pare effettuassero puntate di un certo rilievo (anche 1.500 euro a puntata, secondo alcune testimonianze). Le indagini in merito continuano senza soste. ma di certo, al momento, di assodato c’è che i soldi sono spariti.

L’AVVOCATO DI GABRIELE FORSE PUNTA SULLA SEMINFERMITA’ MENTALE

L’irresistibile Gabriele Defilippi, 22 anni, il ragazzo dai tredici profili Facebook, il giovane attraente capace di far perdere la testa alle donne (e non solo) di qualche anno più anziane di lui, si trova in una cella isolamento nel reparto destinato ai depressi, illuminata giorno e notte. Si professa innocente, piange, continua a ripetere che vuole morire.

Il suo avvocato, Pier Franco Bertolino ha nominato, come aveva lasciato intendere qualche giorno fa, il perito di parte: il professor Enzo Villari, primario del reparto di psichiatria dell’ospedale Molinette di Torino. A lui spetterà il delicato compito di esaminare e illustrare in una dettagliata perizia che sarà consegnata alla procura, lo stato della salute mentale del giovane, accusato, insieme a Roberto Obert di concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il presunto omicida sembra fosse già seguito già nel 2011 dal servizio di psicologia di Castellamonte. Si sospetta che oltre a soffrire di disturbi della personalità possa esser affetto da patologie più gravi. Se il giovane dovesse risultare incapace di intendere e di volere, di fatto non sarebbe processabile. E’ facile ipotizzare che su questo tema si scatenerà un’agguerrita battaglia di perizie.

SPUNTA UNA NUOVA DONNA INDAGATA

La presenza femminile è una costante in questo giallo che è ancora ben lungi dall’essere risolto. Prima la presunta fidanzata di origine marocchina che si trova al paese natio dai parenti, partita appena dopo l’omicidio di Gloria, poi la misteriosa “telefonista” che si era spacciata per la direttrice di una banca canavesana. La stessa donna che aveva telefonato all’insegnante per rassicurarla sulla validità dell’investimento che le era stato proposto da Gabriele. Al Gip Marianna Tiseo, il giovane aveva raccontato di aver effettuato lui la telefonata, acuendo la voce affinché potesse essere scambiato per una donna. Gli inquirenti hanno continuato a investigare e adesso spunta un’altra donna quarantenne, assistita dall’avvocato Ferdinando Ferrero, residente in Canavese, della quale non sono ancora state rese note le generalità, che è stata interrogata per quattro ore consecutive dal procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando. La donna è indagata a piede libero nel procedimento penale per la presunta maxi-truffa e non in quello per omicidio.

LA PISTOLA E LE BANCONOTE FALSE

E’ sempre Roberto Obert a svelare nuove e presunte verità. Agli inquirenti avrebbe raccontato di una pistola semi-automatica che Gabriele gli avrebbe mostrato, il 14 gennaio, il giorno dopo la morte di Gloria e delle banconote false che il giovane gli avrebbe consegnato. L’amante e presunto complice avrebbe raccontato di aver bruciato il denaro e di aver sotterrato l’arma nei boschi di Rocca Canavese. Ad aver parlato della fantomatica pistola era stata, alcuni giorni dopo la scomparsa della figlia, la madre di Gloria Marisa Mores, ma finora non se n’è trovata traccia. Il mistero s’infittisce e la vicenda sembra riservare ulteriori e inquietanti retroscena.

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