01/05/2016
Cronaca
Omicidio Rosboch: Caterina Abbatista rivedrà il figlio minore, ma uno specchio li dividerà
Ivrea
/Caterina Abbatista, madre di Gabriele Defilippi, 22 anni di Gassino, accusato insieme all’ex amico e amante Roberto Obert 54 anni, di Forno Canavese di aver assassinato la professoressa di sostegno di Castellamonte Gloria Rosboch, non vede l’ora di rivedere il figlio più piccolo, che, da quando è stata arrestata con l’accusa di concorso in omicidio, è stato affidato al padre che vive in un centro abitato dell’Alto Canavese. E non importa se lo vedrà attraverso uno specchio; non importa se il ragazzino la accusa. Il desiderio di rivederlo è così forte che non le importa neanche se questo accadrà nel corso di un incidente probatorio disposto dalla procura di Ivrea e che avrà la valenza di una prova. Per due volte il figlio tredicenne di Caterina Abbatista e di Sergio M. è stato interrogato, in località protette, sempre assistito da una psicologa, dal procuratore capo Giuseppe Ferrando e dal colonnello Domenico Mascoli, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri. Lo specchio servirà a fare in modo che il ragazzino non possa vedere la madre per evitare ulteriori turbamenti. Ma lei potrà vedere, ascoltare e rispondere alle domande. L’incidente probatorio, che è già stato notificato alla donna che si trova detenuta in carcere alle Vallette di Torino, avrà probabilmente luogo alla fine della prossima settimana. La donna scrive spesso al figlio minore: gli chiede informazioni sulla sua vita quotidiana e sulle sue condizioni di salute. Ma le lettere rimangono puntualmente senza risposta.
Sia lei che il figlio tredicenne dovranno rispondere alle domande del magistrato. Nei precedenti interrogatori il fratellastro di Gabriele avrebbe dichiarato di aver visto Caterina bruciare nel caminetto facsimili di banconote come quelle che, probabilmente sono state usate dai due amanti killer, per attirare la povera Gloria Rosboch nella trappola mortale. Intanto Sergio M. ha chiesto al tribunale, come Canavesenews.it aveva già anticipato, l’affidamento esclusivo del figlio. La causa sarà discussa il prossimo 28 ottobre al tribunale di Torino, su richiesta del legale che rappresenta il secondo marito di Caterina Abbatista.
Matteo Grognardi ed Erica Gilardino, gli avvocati difensori dell’ex operatrice sanitaria in servizio all’ospedale di Ivrea, non si sono opposti alla richiesta dell’incidente probatorio: i legali sono convinti che il confronto tra madre e figlio, servirà a chiarire una serie particolarmente importante di passaggi che dimostrerebbero l’innocenza della loro assistita. L’esame dei tabulati telefonici dimostrerebbe inequivocabilmente che il telefono della donna era stata agganciato da una cella in un luogo compatibile con quello dell’omicidio e comunque lontano dall’ospedale dove lei ha sempre asserito di essere stata presente mentre si consumava l’omicidio. Le stesse colleghe di lavoro hanno negato che, quel fatidico giorno, Caterina si fosse allontanata dal reparto. Per la procura di Ivrea in ogni caso, l’interrogatorio ha un’importanza strategica.
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