
Omicidio di Salassa, un 43enne morì durante un rito esorcistico islamico: tre famigliari a processo

Omicidio di Salassa, un 43enne morì durante un rito esorcistico islamico: tre famigliari a processo
Il processo per l’omicidio di Khalid Lakhrouti, il 43enne marocchino deceduto in un’abitazione di via Cavour a Salassa, prenderà il via il 24 aprile 2025 presso la Corte d’Assise di Ivrea. Sul banco degli imputati ci saranno lo zio della vittima, Abdelrhani Lakhrouti, 53 anni, sedicente imam di Cuorgnè, il fratello Nourddine, 46 anni, e l’ex moglie Sara Kharmiz, 35 anni. I tre dovranno rispondere dell’accusa di omicidio volontario e di tentativo di occultamento delle prove. In caso di condanna, rischiano l’ergastolo.
Le indagini e la dinamica dell’omicidio
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri di Cuorgnè e coordinate dalla procura di Ivrea, la vittima sarebbe morta durante un presunto rito di esorcismo islamico. I familiari, convinti che fosse posseduto dal demonio, avrebbero tentato di liberarlo con pratiche violente. L’autopsia ha stabilito che la causa del decesso è stata un’insufficienza respiratoria acuta, provocata dall’ostruzione delle vie aeree: nella gola dell’uomo sono stati trovati una maglia e un bottone, staccatosi dal tessuto, che ne avrebbero impedito la respirazione.
Tentativo di occultamento delle prove e precedenti esorcismi
Dopo la tragedia, gli imputati avrebbero cercato di cancellare ogni traccia del delitto, come testimoniato da alcune intercettazioni telefoniche. Gli inquirenti hanno inoltre accertato che Lakhrouti era stato sottoposto ad almeno quattro sedute di esorcismo nei mesi precedenti la sua morte. Il processo vedrà anche la partecipazione dei figli e del nipote della vittima, che si sono costituiti parte civile.