
No alla delocalizzazione e ai licenziamenti: la Fiom proclama lo sciopero in Piemonte e in Canavese

Scioperi, scioperi e ancora scioperi: sarà una settimana “calda” per il mondo del lavoro regionale e in particolar modo per quello canavesano a causa dello stato di agitazione indetto dalle segretarie nazionali di Fim-Fiom e Uilm per protestare contro i licenziamenti e le delocalizazioni delle imprese. Lo sciopero di due ore, con assemblee, riguarderà decine di aziende metalmeccaniche attive nell’area dell’ex provincia di Torino.
Gli scioperi sono indetti unitariamente dalle RSU e riguardano, per il momento, gli stabilimenti di Leonardo Caselle, Collins Aerospace Microtecnica, Avio Aero di Rivalta e Borgaretto, Denso, Maserati Grugliasco, Stellantis sito di Mirafiori, Icsa, Sesia Fucine, Sotras, Sipal, Sicme Orange, ITT Vauda, Dayco di Ivrea, Sata di Valperga, Perardi & Gressino, Siderforge Rossi, Tenneco di Cuorgnè (ex Federal Mogul), Fucine Rostagno, Ethos energy, Webasto, Sogefi, Lear, Comau, Pedal, Dana Graziano, Automotive Lighting, Marelli scarico, Trico, Finder, Elbi, Stat.
Edi Lazzi Segretario generale Fiom-Cgil Torino dichiara: “Appena il governo ha tolto il blocco dei licenziamenti, e nonostante gli impegni di Confindustria, sono partite le procedure dei licenziamenti collettivi da parte di importanti aziende spesso multinazionali.
Questo per noi non è accettabile né rispettoso verso i lavoratori che hanno tenuto in piedi il sistema produttivo durante la pandemia mentre miliardi di euro finivano nelle tasche di diverse imprese. Serve una riforma degli ammortizzatori sociali e strumenti a difesa dell’occupazione. Le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici non intendono accettare questa situazione. Confindustria deve rispettare i patti e bloccare i licenziamenti e il governo Draghi deve intervenire subito per risolvere le tante crisi industriali, riformare ed estendere gli ammortizzatori sociali, vincolare gli investimenti europei alla difesa dell’occupazione e della sicurezza sul lavoro, impedire le speculazioni internazionali che distruggono il nostro tessuto industriale”.