
Neonato ucciso a Settimo: il test del Dna rivela che il bambino non era figlio del marito dell’assassina
Il referto relativo all’esame del Dna consegnato in procura a Ivrea non lascia adito a dubbi e getta una nuova luce sulle indagini che si stanno conducendo sulla morte del neonato di Settimo gettato dal balcone dopo essere stato partorito: il piccolo, morto in ospedale mezz’ora dopo il ritrovamento, non è figlio del compagno di Valentina Ventura la donna di 34 anni che si trova in cella con l’accusa di omicidio.
Si ipotizza adesso che il bambino possa essere il frutto di una relazione extraconiugale. E questo potrebbe imprimere una svolta decisiva alle indagini: anche quelle condotte nei confronti del marito che non ha voluto riconoscere la paternità del piccolo che i medici e infermieri dell’ospedale “Regina Margherita” avevano battezzato Giovanni.
Lo sfortunato neonato riposa nel cimitero cittadino a spese del Comune che al nome di battesimo ha aggiunto il cognome di Settimo. Di chi è figlio, dunque, Giovanni di Settimo? La tesi della malattia genetica della quale soffre la prima figlia e la paura che il piccolo ne potesse essere affetto, non regge più. La ragione, a questo punto, starebbe nell’eliminazione del frutto della relazione extraconiugale. In questa triste vicenda neanche l’istinto materno ha un ruolo: Valentina Ventura non ha voluto riconoscere il frutto del “peccato” concepito al di fuori del matrimonio.