
Salvò molti ebrei dai campi di sterminio. San Maurizio Canavese ricorda il medico Carlo Angela

Nel giorno della memoria, dedicata alle vittime dell’Olocausto, tra i tanti che si adoperarono, rischiando la propria vita e quella delle proprie famiglie, a sottrarre gli ebrei alla feroce persecuzione nazifascista, bisogna ricordare anche Carlo Angela, padre del giornalista televisivo e scrittore Piero Angela. Uomo di gran cuore, negli anni della persecuzione razziale, Carlo Angela, era stato chiamato a dirigere, in qualità di direttore sanitario, la casa di cura per malattie mentali “Villa Turina Amione” di San Maurizio Canavese.
Durante l’occupazione tedesca Carlo Angela, in virtù del suo ruolo, riuscì a dare rifugio a moltissimi ebrei, ricoverandoli nella struttura sanitaria con cartelle cliniche falsificate. Carlo Angela, nacque a Olcenengo nel 1875 e scomparso nel 1949, lavorò per diversi anni come medico condotto nel piccolo paese ossolano di Bognanco. Con l’avvento della dittatura, rinunciò all’attività politica.
In ricordo della sua grande umanità il 3 giugno del 2000, alla presenza del figlio Piero, a Carlo Angela il Comune di San Maurizio Canavese ha intitolato una via.
Non è da molti anni che si è venuti a conoscenza del grande altruismo di Carlo Angela: la sua famiglia è sempre stata molto riservata e per oltre mezzo secolo nessuno ha saputo quanti ebrei perseguitati Carlo Angela sottrasse alla deportazione e all’atroce morte nei forni crematori dei campi di stermino nazisti.
Nel 1995 Anna Segre pubblicò il diario del padre Renzo: un diario scritto proprio nel periodo in cui era riuscito a sfuggire alla deportazione grazie al ricovero fittizio nella casa di cura “Villa Turina Amione”.
Il 29 agosto 2001, il governo di Israele gli ha conferito alla memoria la Medaglia dei Giusti tra le Nazioni, per aver aiutato senza alcun interesse, molti ebrei durante la Shoah.