
Amianto all’Olivetti: Telecom condannata a versare un milione alla famiglia di un’ex operaia

Un risarcimento record, per la giustizia italiana: un milione e centomila euro esclusi gli interessi che la Telecom, proprietaria del marchio Olivetti ai familiari di una ex dipendente Olivetti, deceduta 11 anni fa a causa di un mesotelioma pleurico. Ad emettere la sentenza è stata, al termine dell’udienza della mattinata di ieri, giovedì 24 novembre, dal giudice del lavoro. Una sentenza che è immediatamente esecutiva. In tempi più che brevi la società di telecomunicazioni dovrà provvedere al versamento del risarcimento in virtù del fatto che nel 2003 avendo incorporato l’azienda eporediese, è di venuta di fatto responsabile civile.
Il giudice, nel formulare la sentenza ha tenuto conto del fatto dei danni patiti dalla vittima in tre anni di atroci sofferenze culminate nella morte e dei danni subiti dal figlio e dal marito. Lucia Delaurenti, cronometrista incaricata di verificare le tempistiche legate alle lavorazioni effettuate in catena di montaggio, era morta all’età di 64 anni nel 2005. E’ l’amianto killer il responsabile della drammatica morte della donna. Il marito, anch’egli ex dipendente Olivetti, nel corso della sua testimonianza, ha raccontato che la moglie in fabbrica indossava un grembiule nero che, a fine settimana, diventava di color bianco che doveva scuotere per eliminare la polvere che altro non era talco contaminato con tremolite di amianto.
La donna lavorava presso la stabilimento di Agliè. La denuncia presentata dalla famiglia di Lucia Delaurenti. Nel processo che seguì nel 2010 fu condannato a sei mesi di reclusione per omicidio colposo, Ottorino Beltrami che dal 1970 al 1978 aveva ricoperto il ruolo di amministratore delegato dell’Olivetti (pena confermata anche in secondo grado). Il reato si estinse con la morte dell’imputato, avvenuta nel mese di agosto del 2013.