16/11/2022
Cronaca
Moria di pesci a Chivasso: la morte non è dovuta all’inquinamento, ma alla mancanza di ossigeno
Chivasso
/Le prime analisi dei campioni d’acqua prelevate nel Parco Sabbiunè di Chivasso effettuate nei laboratori dell’Arpa, non evidenziano la presenza di alcun inquinante chimico che possa dar luogo alla moria e all’elevata densità di pesci (tinche, pescigatto, carpe) osservata nel tratto finale del Rio Orchetto, che a poche decine di metri a monte della confluenza con il Po risulta in secca.
L’unico parametro nell’acqua, oltre all’ammonica che è prodotta dal metabolismo dei pesci intrappolati nel Rio, che risulta diverso dal corso fluviale del Po è l’ossigeno disciolto; infatti nell’acqua del fiume la concentrazione attuale corretta è di 7,0 mg/l mentre nel Rio si evidenzia una drastica riduzione fino a 0,5 mg/l, concentrazione questa che è causa della moria per asfissia dei pesci e del anomalo comportamento che fa sì che la fauna ittica si porti in superfice nel tentativo di integrare la respirazione branchiale con l’aerazione forzata. L’assenza dell’ossigeno è causata dall’elevato consumo da parte dei pesci che sono intrappolati in questo canale. Il canale infatti “funziona da pozza di svernamento pre invernale”, ovvero un luogo nel quale i pesci trovano rifugio grazie ad una temperatura lievemente superiore a quella del fiume.
La ricerca naturale da parte della fauna ittica di pozze per lo svernamento nel fiume Po è un comportamento normale in questo periodo dell’anno; purtroppo, la minor disponibilità idrica a seguito del periodo siccitoso estivo, ha ridotto il numero e la profondità delle pozze naturali esistenti nel fiume inducendo la ricerca di habitat idonei allo svernamento che sono stati trovati in questo tratto finale del Rio Orchetto, Rio artificializzato, che di fatto rappresenta una trappola mortale.
Compresa la dinamica del fenomeno domani verranno poste in atto da ittiologi e personale della Città Metropolitana di Torino, del Comune di Chivasso e dell’Arpa, azioni volte a tentare di riportare nel fiume i pesci e successivamente ad impedire l’accesso al tratto finale del Rio Orchetto con il posizionamento di una rete.
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