
Mistero sul batterio killer che ha ucciso Vittorio. I campioni inviati all’Istituto Superiore della Sanità

Toccherà all’Istituto Superiore della Sanità di Roma a stabilire, se sarà possibile, a quale ceppo appartiene il meningococco che ha ucciso il venticinquenne Vittorio Bonetto di Valperga: i laboratori dell’ospedale Molinette di Torino non sono riusciti ad effettuare la “tipizzazione” del batterio. Il che sta a significare che il batterio killer che ha provocato l’infezione non appartiene a quelli più comuni e conosciuti come i ceppi B e C. L’emocultura e gli esami genetici hanno evidenziato che potrebbe trattarsi di un altro tipo di batterio. Quale? Per questa ragione si è deciso di inviare i campioni biologici prelevati sul cadavere del giovane di Valperga a Roma, per essere sottoposti ad esami specifici con attrezzature di indagine molecolare di ultima generazione e specifiche per mappare il patrimonio genetico del meningococco e confrontarlo con le banche dati internazionali.
Ci vorrà qualche giorno prima che all’Istituto Superiore della Sanità possa giungere una risposta. Il viaggio effettuato di recente dal giovane in Francia, può aver influito nell’esposizione ad un tipo di batterio non ancora conosciuto? Le indagini dei ricercatori clinici sembrano muoversi in questa direzione. In ogni caso nulla cambia. Profilassi per chiunque sia stato a contatto con il ragazzo deceduto mentre per il resto la Regione Piemonte ha ribadito che non derogherà alla linea fin qui adottata: non ci sono evidenze, viene spiegato, che giustifichino un’emergenza da meningite e si sottolinea che l’offerta vaccinale rimane invariata. L’ultimo decesso per meningite in Canavese risale a 17 anni fa, quando il batterio killer, stroncò la vita di un ventenne a Ivrea.