
Mazzè: cane meticcio ucciso a martellate e sgozzato. Un operaio condannato a quattro mesi

Condannato dal giudice del tribunale di Ivrea a una pena di quattro mesi di reclusione per aver ucciso il proprio cane, un meticcio di 11 mesi, dopo avergli tagliato la gola e averlo colpito a martellate: protagonista di quest’assurda vicenda è un operaio di Mazzè di 48 anni. Il cane fu ucciso, come ha ammesso in aula l’imputato, perchè in sostanza i suoi genitori non volevano l’animale in casa e perchè stava attraversando un momento di particolare stress. L’incredibile episodio ha avuto luogo nel mese di maggio del 2014. Dopo aver ucciso l’animale, l’uomo lo seppellì nel giardino di casa.
A chiamare il Canile di Caluso era stato un vicino di casa dell’operaio agricolo, allarmato dai lamenti messi da un meticcio di grossa taglia. I responsabili della struttura avvisarono a loro volta i carabinieri della stazione di Caluso che si trovarono di fronte ad uno spettacolo orripilante. Il cadavere fu disseppellito e il veterinario accertò che il povero meticcio era morto a causa di una profonda ferita da taglio alla gola. Stando alle indagini pare che l’uomo abbia infierito sul povero animale perché troppo vivace.
All’indomani del tragico accaduto numerosi animalisti si recarono a Mazzè per protestare con quell’atto barbaro e disumano. Oggi è giunta la sentenza penale. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a otto mesi.