
“L’orgoglio di essere carabinieri”. L’Arma celebra a Torino il 208° anno di fondazione

Ieri, lunedì 6 giugno, sono stati celebrati i 208 anni di vita dell’Arma dei Carabinieri nella splendida cornice del Castello di Moncalieri, già residenza Sabauda, dal 1969 sede del 1° Reggimento Carabinieri e dal 1997 Patrimonio dell’Umanità. La ricorrenza è stata commemorata con il tradizionale schieramento di militari e mezzi, in rappresentanza di tutti i reparti dell’Arma del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Una cerimonia sobria e misurata nel corso della quale, dopo la lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica e del Comandante Generale dell’Arma, Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, e l’intervento del Comandante della Legione “Piemonte e Valle d’Aosta”, Generale di Divisione Aldo Iacobelli, sono state consegnate alcune ricompense concesse ai militari particolarmente distintisi nelle attività di servizio.
Dopo due anni di pandemia si è dunque potuto tornare a celebrare la ricorrenza in presenza, sebbene in un tempo caratterizzato dagli orrori della guerra e della conseguente crisi securitaria, che fanno riflettere sui valori della pace, della libertà, della democrazia, della sicurezza e della coesione sociale che da sempre ispirano il carabiniere nella sua quotidiana azione, svolta al fianco delle altre Forze di Polizia e della Magistratura.
Un’azione sostenuta dalla gente e dalle istituzioni del Piemonte e della Valle d’Aosta che non hanno mai fatto mancare la loro vicinanza e solidarietà ai carabinieri anche nei momenti più difficili.
Quest’anno ricorre il 40° anniversario dall’eccidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, natio di Saluzzo. Il Generale Iacobelli, rivolgendosi ai militari schierati, ha voluto chiudere il proprio intervento ricordando alcune Sue parole: “… se non avessi avuto quest’ansia di servire la nostra Istituzione, senza riserve, vi sarebbe stato, qualche volta, un cedimento, una flessione. Io vi invito perciò a credere. Se crederete, state certi che troverete sempre intorno a voi coloro che crederanno”, esprimendogli la propria gratitudine per quanto fatto ogni giorno a favore della collettività.