
Lodo Asa: i comuni devono pagare il debito e si va verso la contrattazione

Alla fine i comuni dovranno pagare i debiti contratti con l’Asa. Volenti o nolenti. La strada che potrebbe offrire maggiori garanzie è quella della contrattazione con il commissario stradinario dell’ex azienda consortile Stefano Ambrosini. In ballo ci sono i 37 milioni di euro, al netto delle spese accessorie, che i 52 comuni che facevano parte del consorzio devono, a giudizio del collegio arbitrale, devono pagare. L’ultimo vertice dei sindaci che ha avuto luogo a Rivarolo nei giorni scorsi ha, in qualche modo ratificato, l’ineluttabilità della situazione: meglio trattare e provare a ridurre significatamente il debito, piuttosto che percorrere strade che potrebbero dilatare i tempi di pagamento ma che potrebbero, alla fine, comportare il pagamento di oneri ancora maggiori.
I più perplessi sono i sindaci che hanno ereditato dai loro predecessori una situazione disastrosa. Un atteggiamento comprensibile, ma va detto che l’impugnazione del lodo Asa comporterebbe la necessità di affrontare un lungo processo civile con il rischio di dover comunque essere costretti a pagare cifre più consistenti. Quella della contrattazione con il commissario Ambrosini (più che esperto nell’affrontare situazioni fallimentarie) è un’idea che il portavoce dell’Area Omogenea del Canavese Occidentale e sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno accarezza da tempo per evitare che i comuni possano inguaiarsi ancor di più dal punto di vista economico.
Il tempo inizia a stringere e l’unanimità diventa necessaria per aver mandato a contrattare. E non è escluso che il commissario straordinario, che più volte si è detto disposto a ragionare con i sindaci, sia disposto a incassare in breve tempo quanto basta per coprire il buco di 28 milioni di euro che sta affossando l’azienda piuttosto che dover attendere qualche anno per risolvere la questione.