
Lavoro nero: i carabinieri sanzionano quattro datori di lavoro. Venticinque le persone non in regola
Nella prima decade del mese di dicembre, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino e del Comando Provinciale Carabinieri di Torino hanno effettuato una serie di controlli nei luoghi di lavoro volti a verificare il rispetto delle normative in materia di salute e sicurezza, nonché per il contrasto al fenomeno del lavoro nero.
L’attività di controllo si è principalmente focalizzata nella provincia del torinese, ed in particolare sono state controllate otto attività commerciali del settore bar- ristorazione di cui cinque sono risultate irregolari per l’impiego di lavoratori in nero, di queste quattro hanno evidenziato gravi carenze sotto l’aspetto della sicurezza nei luoghi di lavoro così come novellato dalle vigenti normative dlgs. 81/2008.
L’attività ha portato al deferimento di quattro datori di lavoro per violazioni in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, contestando l’omessa valutazione dei rischi e la mancata elaborazione del (DVR) documento valutazione dei rischi (D.Lgs 81/2008), documento che deve obbligatoriamente essere presente in ogni luogo di lavoro, contestato inoltre l’impiego di impianti audiovisivi nei luoghi di lavoro senza la preventiva autorizzazione da parte degli organi preposti.
In tutti i casi è stato disposto il provvedimento di sospensione dell’attività sino al ristabilirsi delle condizioni di sicurezza, anche nei casi di lavoro nero, la sospensione verrà revocata solo a seguito dell’inquadramento e regolarizzazione del personale trovato sprovvisto di regolare assunzione.
Su un totale di 25 posizioni lavorative controllate, 10 lavoratori sono risultati non censiti presso i centri per l’impiego e quindi risultati “in nero”: ancor oggi, infatti, nonostante i numerosi strumenti per assumere celermente, come ad esempio i contratti a chiamata i controlli evidenziano che il lavoro sommerso continua ad essere un fenomeno molto difficile da deradicare. Complessivamente i provvedimenti sanzionatori di carattere amministrativo ammontano a 53.000 mila euro.