
La “donna senza nome” di Chivasso forse identificata: sarebbe una poetessa pluripremiata di nome Francesca
Per oltre un anno è stata ricordata come la “donna senza nome” di Chivasso. Era morta nel luglio 2023 all’ospedale della città, sola e senza documenti, lasciando dietro di sé un mistero che sembrava impossibile da sciogliere. Oggi, però, una pista concreta potrebbe finalmente restituirle un volto e una storia: si tratterebbe di Francesca, poetessa conosciuta e premiata in tutta Italia.
La svolta è arrivata grazie alle immagini diffuse dalla procura di Ivrea, che nei giorni scorsi ha scelto di rendere pubblica la fotografia della donna, nella speranza di ottenere segnalazioni utili. L’appello è stato raccolto anche dalla trasmissione “Chi l’ha visto?” e dai telespettatori sono giunte più indicazioni che convergono sullo stesso nome: quello di una scrittrice abituata a usare pseudonimi per firmare i propri testi poetici.
La vicenda era iniziata in modo enigmatico. Quando era stata ricoverata al pronto soccorso di Chivasso, la donna aveva dichiarato di chiamarsi Evelina Valle, nata nel 1979. Generalità che, dopo i primi accertamenti, si erano rivelate false. Le indagini successive non avevano portato a nessuna identificazione: senza documenti, senza residenza fissa, senza contatti familiari noti, la donna era rimasta avvolta nel silenzio.
Ora i carabinieri hanno acquisito le nuove segnalazioni e procederanno con l’esame del Dna per confrontarlo con i dati della presunta famiglia della poetessa. Solo l’esito scientifico potrà confermare se davvero la donna deceduta a Chivasso sia Francesca.
Resta aperta, però, un’altra serie di domande: come mai una poetessa conosciuta negli ambienti letterari, capace di ottenere riconoscimenti nazionali, si trovava in quelle condizioni di estrema fragilità, senza documenti e ricoverata con un nome falso? E perché aveva scelto proprio Chivasso come approdo del suo ultimo tratto di vita?
Domande che attendono risposta e che gettano una luce drammatica sulla vicenda. Se l’identità sarà confermata, la “donna senza nome” non sarà più solo un mistero irrisolto di cronaca, ma diventerà il simbolo di una vita sospesa tra poesia e solitudine, riconoscimenti pubblici e un epilogo vissuto ai margini.
Per ora resta l’attesa degli esiti del Dna. Ma, per la prima volta dopo mesi, sembra possibile restituire un nome e una memoria a quella donna che, fino a ieri, era conosciuta solo come un volto senza storia.