
Ivrea, tragedia in carcere. Un detenuto si toglie la vita inalando il gas di una bomboletta spray

E con questo sono ventitrè in tutta Italia. Ventitrè detenuti che hanno scelto di morire, dall’inizio delll’anno in corso, nella cella nella quale erano rinchiusi. L’ultima tragedia ha avuto luogo ieri nel carcere di Ivrea, intorno alle 14,30. Un detenuto italiano di 50 anni, condannato per furto e reati vari, si trovava in una cella al secondo piano della casa circondariale eporediese quando ha deciso di porre fine alla sua vita. I dettagli sono raccapriccianti: ha infilato la testa in un sacchetto di plastica all’interno del quale ha inalato il gas di una bomboletta spray.
L’uomo è stato soccorso dagli agenti di polizia penitenziaria e dal personale sanitario presente nel carcere, ma ogni sforzo si è rivelato vano. A diramare la notizia, ancora una volta, è l’Osapp il sindacato che rappresenta e tutela gli agenti della polizia penitenziaria.
Il segretario generale Leo Beneduci sottolinea ancora un volta che la cronica carenza di agenti va a svataggio dell’inclumità dei detenuti: “Malgrado la popolazione detenuta ristretta nelle carceri italiane sia diminuita dal 2014 a oggi di oltre 15 mila unità, sono ancora troppi i casi di suicidio a cui il personale di polizia penitenziaria non riesce a porre rimedio in ragione di una costante e quantomai grave e inaccettabile carenza di organico di ben oltre il 25% e pur considerando che, proprio grazie agli interventi del personale del corpo, solo un tentato suicidio su 20 ha esito infausto”.