
Ivrea: prendeva a calci la moglie per farla abortire. 31enne condannato a 3 anni per maltrattamenti

Quel figlio non lo voleva e per per fare in modo che la moglie abortisse, non si faceva scrupolo di prenderla a calci in pancia: per questo un 31enne di origine albanese, residente con la famiglia a Ivrea è stato condannato dal giudice monocratico Ludovico Morello del tribunale di Ivrea a tre anni di reclusione. Una vicenda che ha dell’incredibile se non fossse crudelmente vera. La sentenza è stata pronunciata nella mattinata di venerdì 30 novembre al termine del processo penale. Il giudice ha pienamente preso atto delle accuse di maltrattamenti, lesioni e sequestro di persona mosse dal pubblico ministero.
Gli episodi contestati risalgono nel periodo compreso tra il 2014 e il 2016. La moglie, così atrocemente maltrattata è una 25enne anch’ella di origine albanese. Oltre ai calci in pancia sferrati dal marito per farla abortire, la donna ha dovuto anche subire insulti e un periodo nel quale l’uomo le impediva di uscire di casa.
La giovane non abortì perché quando l’uomo la portò con sé in Albania intervennero i famigliari della donna.
Poco dopo, grazie all’appoggio dei congiunti, la donna denunciò il marito. Il giudice ha anche disposto che l’imputato dovrà versare 15mila euro di provvisionale alla ex moglie che adesso vive in una comunità protetta in un luogo sconosciuto all’ex marito.