
Ivrea, “In me non c’è che futuro”: grazie alle “Spille d’oro” rivive lo spirito di Adriano Olivetti

Sabato 11 novembre sarà un giorno speciale per Ivrea: le Spille d’Oro Olivetti, come già accaduto di recente a Torino organizzano un convegno ad Ivrea , con la partecipazione di Hever Edizioni sabato 11 novembre presso il Polo Universitario Officina H, in Via Montenavale 1. L’incontro che ha come tema una felissima frase pronunciata da Adriano Olivetti “In me non c’è che futuro…” ha l’obiettivo di far rivivere lo spirito olivettiano che i promotori vorrebbero far conmoscere agli studenti eporediesi nel guardare al prossimo futuro.
Ad aprire i lavori sarà il filosofo olivettiano Emilio Renzi; seguirà una prima parte in cui le varie realtà associative olivettiane si presenteranno e illustreranno le loro finalità e attività. Poi seguiranno interventi che copriranno l’area del Personale, della Comunicazione Aziendale, della proiezione nel mondo commerciale dell’immagine e dei valori olivettiani, della cultura nell’arte dell’architettura olivettiana. A ritmare i tempi del convegno saranno i filmati realizzati e prodotti dagli studenti del liceo “Gramsci” di Ivrea che hanno quale filo conduttore la realtà olivettiana di Ivrea: saranno io ragazzi ad ilustrare i filmati insieme ad una delle loro insegnanti. Il convegno, che si aprirà alle 10.30, prevede anche una visita alle architetture olivettiane del Maam e al museo Tecnologicamente.
Al termine della mattinata verrà presentato da Hever Edizioni il libro di Giuseppe Silmo dal titolo “Olivetti. Una storia breve” che completa idealmente questo convegno. Un volume che contiene i germi di quel futuro che le Spille d’oro olivettiane vorrebbero trasmettere alle nuove generazioni e al territorio perché è qui, nell’anfiteatro morenico che la genialità di Adriano Olivetti, ha avuto modo di esprimersi appieno creando un Canavese davvero proiettato nel futuro.
Questa è stata la grande eredità che Adriano Olivetti ha lasciato e che nessuno, finora, è stato in grado di raccogliere. Di certo è che la grandezza di certi uomini sta nel saper cogliere i segni dei tempi e creare grandi occasioni di sviluppo e non di speculazione.