
Ivrea, giovane campione precipitò dalla parete. Chiesti tre rinvii a giudizio

Si sono chiuse oggi le indagini relative alla morte del baby campione di arrampicata eporediese Tito Traversa, che all’epoca della sua morte aveva appena 12 anni. La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio il legale rappreentante della società di Torino che aveva organizzato l’arrampicata a Orpierre, località dell’Alta Provenza in Francia, l’istruttore e il rappresentante della società produttrice di un componente dell’attrezzatura.
Era il 3 luglio del 2013: Tito possedeva un talento naturale per il free-climbing e per quella ragione, dopo aver conseguito, nonostante la sua giovanissima età, importanti risultati dal punto di vista sportivo, quel maledetto 3 luglio di due anni fa, il ragazzo si trovava Oltralpe con alcuni coetanei per trascorrere una settimana dedicate all’allenamento. Quel giorno Tito Traversa aveva appena terminato di scalare la parete. Durante la fasce di discesa il ragazzo era precipitato da venti metri di altezza riportando gravi traumi fisici. Ricoverato in ospedale Tito esalò l’ultimo respire dopo tre giorni di coma.
Le indagini effettuate dalla gendarmeria francese attribuì alla presunta mancata tenuta del sistema dei moschettoni. L’inchiesta torinese aveva preso l’avvio dopo la denuncia del padre del ragazzo, Giovanni Traversa impiegato Olivetti, che aveva chiesto si facesse luce su eventuali responsabilità da parte di terzi. Sulla base delle risultanze delle indagini e delle perizie condotte dagli esperti, il pm Raffaele Guariniello ha richiesto il rinvio il giudizio per le tre persone indagate per omicidio colposo.