
Ivrea: gettò il figlio appena partorito dal balcone. E’ guerra di perizie sull’infanticidio

Valentina Ventura, 35 anni di Settimo Torinese, la donna che gettò il figlio neonato dal balcone di casa dopo il parto, dovrà essere sottoposta a una perizia psichiatrica di parte ordinata dal giudice di Ivrea Marianna Tiseo nel corso dell’udienza preliminare che ha avuto luogo questa mattina mercoledì 13 giugno in tribunale a Ivrea. Il magistrato deciderà sulla base delle valutazioni che esprimeranno gli esperti nominati dal tribunale. A giudizio di Enrico Zanalda, consulente del tribunale, Valentina Ventura, difesa dall’avvocato Patrizia Mussano nel momento in cui commise l’infanticidio “non era in grado di intendere e di volere”.
Su questa vicenda, dai contorni non ancora chiari, il giudice Marianna Tiseo intende andare fino in fondo. La procura di Ivrea non crede che la donna, quella fatidica mattina del 30 maggio 2017, non fosse in possesso di tutte le sue facoltà mentali: dalle indagini e dall’esame del computer e del telefono cellulare sarebbero emerse numerose ricerche sulla maternità. Il piccolo fu trovato ancora vivo, in via Turati a Settimo Torinese, da due operatori ecologici, mentre giaceva, sanguinante in strada. Inutile la corsa all’ospedale infantile “Regina Margherita” di Torino: i medici e il personale sanitario fecero appena in tempo a dare al piccolo il nome di Giovanni perchè dopo qualche ora di disperati tentativi per rianimarlo, il neonato spirò. Il bimbo era frutto di una relazione extraconiugale.
Fu il Comune di Settimo Torinese, per decisione del sindaco Fabrizio Puppo, a farsi carico delle spese relative al funerale. Valentina Ventura si trova nella sezione femminile del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino dal giorno stesso in cui avrebbe commesso l’omicidio. Il pubblico ministero Lea Lamonaca ha chiesto una perizia collegiale, ma il giudice ha deciso diversamente. L’udienza è stata aggiornata al prossimo martedì 3 luglio.