
Ivrea, il carcere non è sicuro. L’Osapp, indacato della polizia penitenziaria: “Deve essere chiuso”

L’Osapp, il sindacato autonomo che rappresenta e tutela gli agenti della polizia penitenziaria, non ha dubbi: il carcere di Ivrea non è sicuro e sarebbe necessario chiuderlo. Il segretarario nazionale del sindacato in una lettera inviata al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e al presidente della Corte d’Appello di Torino, sottolinea come la struttura detentetiva eporediese sia sovraffollata, l’impianto anticendio fuori uso, gli allarmi antiscavalcamento che non funzionano e, infine, deve fare i conti con una struurale carenza di personale. “E’ una situazione da terzo mondo” denuncia Leo Beneduci.
“Il personale di Polizia penitenziaria e persino i detenuti versano in condizioni lavorative, di vivibilità strutturale e gestionale, ai limiti se non, probabilmente, al di fuori della legalità e sicuramente fuori da ogni più elementare forma di organizzazione e gestione prevista per un qualsiasi istituto penitenziario che non sia presumibilmente attribuibile ai paesi, con tutto il dovuto rispetto, del terzo mondo” sottolinea l’esponente sindacale.
E non è tutto: l’Osapp, che si è rivolto a un legale per avviare eventuali iniziative legali, non solo dipinge un quadro sconfortante ma sottolinea che “l’istituto è oberato dai debiti e non ha più soldi nemmeno per comprare le lampadine. La carenza di personale rende difficile la gestione dell’istituto e qualsiasi richiesta di trasferimento di detenuti non è mai stata accolta. L’Asl ha certificato il rischio legionella per l’impianto dell’acqua, ma non è stato fatto alcun intervento di purificazione.
Senza contare che la recinzione del campo sportivo interno e la recinzione esterna rischiano di crollare e il muro di cinta è stato dichiarato inagibile da più di dieci anni. E le luci notturne sono spente, impedendo la visione delle poche telecamere di sicurezza”.