
Ivrea: abusava della figlia dodicenne. Il giudice lo condanna a otto anni di reclusione

E’ stato condannato a otto anni di reclusione per aver abusato della figlia, che, nel periodo in cui i fatti sono accaduti, era minorenne. Una vicenda sordida: una storia di violenza quotidiana compiuta le mura domestiche, in un ambiente che avrebbe dovuto infondere sicurezza e invece è diventata una prigione luogo di sofferenza. La bambina aveva dodici anni quando il padre consumava la violenza. Dapprima i palpeggiamenti ne cancellano l’innocenza e poi qualche tempo dopo iniziala violenza carnale. L’abuso si è protratto per oltre cinque anni fino al 2011. E’ in quell’anno che la bambina trova il coraggio di denunciare quel padre snaturato e tossicodipendente che, tra l’altro, la picchia.
La denuncia fa scattare le indagini dei carabinieri e la bambina viene affidata a una comunità del Torinese. La madre in questa vicenda ha rivestito un ruolo del tutto marginale: se sapeva, in qualche modo ha cercato di coprire il marito. Nonostante la difesa abbia cercato di minare l’attendibilità del testimoni e degli assistenti sociali, il collegio giudicante del tribunale di Ivrea ha accolto la tesi della pubblica accusa e condannato l’uomo a otto anni di carcere.