13/04/2016
Cronaca
Faccia a faccia tra Defilippi e Obert: i due si accusano a vicenda, ma spuntano nuovi nomi e nuove piste
Ivrea
/Stephen King, il re dell’orrore, che di fantasia ne ha da vendere, autore di storie inenarrabili da cui sono stati tratti film diventati ormai dei must, rimarrebbe ammutolito di fronte ai clamorosi sviluppi rivelati dalle indagini relative all’omicidio della povera professoressa di Castellamonte Gloria Rosboch. Questa mattina, in procura a Ivrea, ha avuto luogo il tanto atteso confronto, o faccia che dir si voglia, tra Gabriele Defilippi (il ventiduenne dai tanti profili Facebook e dalle diverse personalità, il grande ammaliatore) e il suo amico e amante Roberto Obert, il cinquantaquattrenne di Forno Canavese, dal passato ancora tutto da scoprire.
All’indomani della scoperta del corpo martoriato dell’insegnante di sostegno, truffata di 187 mila euro, strangolata alle 15,30 del 13 gennaio 2016, denudata e scaraventata ancora viva in quel famigerato pozzo di decantazione dell’ex discarica di Rivara, Canavesenews.it aveva scritto che quell’omicidio rappresentava, seppur nella sua insostenibile efferatezza, la punta di un iceberg.
La parte sommersa, da esplorare chissà cosa nasconde. Misteri ancora tutti da decifrare: il verminaio inizia a essere scoperto e anche gli avvocati Pier Franco Bertolino (che rappresenta il camaleontico Gabriele) e Celere Spaziante (che rappresenta, invece, Roberto Obert) rimangono sinceramente spiazzati. L’interrogatorio, che è stato videoregistrato, è durato circa otto ore con una breve interruzione per la pausa pranzo. Quello che è accaduto in procura deve aver tolto l’appetito al procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando: insulti, urla, lanciate dai due protagonisti dell’omicidio che continuano ad accusarci a vicenda.
Di positivo, come ha confermato il procuratore Ferrando è che il “faccia a faccia” ha aperto nuovi scenari, nuove piste da esplorare, nuovi nomi sui quali indagare. Ritorna con forza la pista della pedofilia ed emergono le ipotesi della droga e dell’usura. Inquirenti e investigatori non s’illudono: il lavoro proseguirà ancora per molto tempo, fermo restando che, con ogni probabilità per i due indagati per concorso in omicidio si profila il primo grado l’ergastolo. E’ tutto quello che c’è dietro che impressiona: la pistola (che esista non ci sono dubbi) sepolta da Obert da qualche parte e, probabilmente non certo dove aveva inizialmente indicato (i boschi di Barbania), le banconote false usate e poi bruciate, la fitta rete di complicità che avvolge il “caso Rosboch” e, infine, gli elementi che condurranno a scoprire probabilmente nuove verità su altri misteriosi casi.
Il confronto tra i due complici-amanti se non ha, al momento, consentito di appurare quali sono le singole responsabilità, altro non è che il trailer che precede e preannuncia un film di “cronaca nera” ancora tutto da vedere e che ha come sfondo le bellezze e le suggestioni del verde Canavese.
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