
Esplode la rabbia del padre di Gloria: “Prima che io muoia, spero che condannino gli assassini”

La speranza è che gli assassini della figlia paghino il loro debito verso di lui, la moglie e la giustizia con una condanna esemplare. Ettore Rosboch, l’anziano padre della professoressa barbaramente trucidata il scorso mercoledì 13 gennaio, non nasconde quanto straziante sia il dolore che dilania sia lui che la moglie Maria Mores. La sua esternazione ha avuto luogo domenica scorsa al termine della Festa dei Carabinieri che si è svolta alla caserma “Cernaia” di Torino, alla quale i genitori di Gloria Rosboch hanno preso parte per esprimere la loro riconoscenza per l’impegno dei carabinieri stringendo la mano del generale Gino Micale.
Ma è la madre della povera Gloria a usare parole pesanti come macigni, pesanti come quel dolore l’accompagna tutti i giorni, senza posa e senza attenuarsi. Anzi. Questa “madre coraggio” che fin dal giorno successivo alla scomparsa della figlia aveva lanciato precise accuse nei confronti di Gabriele Defilippi, 21 anni, ex allievo della figlia, chiede che il giovane, il suo maturo amante Roberto Obert e Caterina Abbatista, madre di Gabriele, rimangano in carcere. “Anche lei, perché sapeva tutto e, quando Gloria è scomparsa – ha dichiarato -, ha avuto il coraggio di dire che non vedeva da un anno il figlio Gabriele. Stanno male? Troppo tardi. Gloria non meritava di morire in un modo così atroce. Una cosa è uccidere in cinque minuti, un’altra è premeditare un delitto per un anno”.
I genitori di Gloria hanno anche ringraziato il procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando e quanto stanno ancora alacremente lavorando sul tragico decesso della professoressa di 49 anni.