L’emergenza sfollati seguita all’alluvione dello scorso aprile resta ancora una ferita aperta per la comunità di Castellamonte. A distanza di oltre un mese dall’evento, otto nuclei familiari risultano tuttora impossibilitati a rientrare nelle proprie abitazioni, dichiarate inagibili a causa dei gravi danni strutturali. Le famiglie sono ancora ospitate in soluzioni temporanee a carico dell’amministrazione comunale, che finora ha sostenuto tutte le spese necessarie per garantire assistenza e sicurezza.
Il Comune ha stanziato circa mezzo milione di euro per fronteggiare l’emergenza, ma le risorse a disposizione si stanno rapidamente esaurendo. L’amministrazione attende da settimane il riconoscimento ufficiale dello stato di calamità naturale, che consentirebbe l’accesso ai fondi straordinari per le emergenze e alleggerirebbe il peso economico sulle casse comunali. Nonostante le rassicurazioni iniziali e i sopralluoghi già effettuati dai tecnici ministeriali e dalla Protezione Civile, la dichiarazione formale non è ancora arrivata.
Nel frattempo, sono stati risolti gran parte dei disagi legati all’isolamento di alcune frazioni, rimaste tagliate fuori dalla viabilità ordinaria nei giorni successivi all’alluvione. Gli interventi tempestivi hanno permesso di ripristinare l’accesso a queste aree, evitando ulteriori difficoltà per i residenti. Tuttavia, la situazione resta complessa: strade danneggiate, costoni franati e infrastrutture compromesse richiedono nuovi interventi strutturali, con costi aggiuntivi che il Comune difficilmente potrà sostenere in autonomia.
Castellamonte guarda ora alle istituzioni regionali e nazionali affinché intervengano con urgenza. La mancata attribuzione dello stato di calamità rischia di far precipitare la situazione finanziaria dell’ente, già fortemente provato dall’emergenza. Le richieste sono chiare: servono risposte immediate, risorse concrete e il riconoscimento formale di una calamità che ha colpito duramente territorio e popolazione.