05/02/2019

Cronaca

Custodivano un “tesoro” da 1,3 milioni di euro in lingotti d’oro e banconote. In manette 4 imprenditori

Canavese

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Le indagini compiute dai carabinieri hanno svolato il mistero che circondava il “tesoro” nascosto in un deposito “self storage” dove la merce può essere stoccata per lungo tempo: 1 milione 300 mila euro costituito da venti chilogrammi di lingotti d’oro e numerose mazzette di banconote di grosso taglio. A scoprire il “tesoro” erano stati i carabinieri del nucleo radiomobile di Torino nel corso di un’attività di controllo che aveva come obiettivo il controllo contro il traffico di stupefacenti. Gli uomini dell’Arma lo scorso 30 gennaio avevano arrestato un uomo.

Le successive indagini compiute dai militari del nucleo investigativo hanno consentito di appurare che il “tesoro” apparteneva a un’organizzazione criminale composta di altri quattro imprenditori torinesi responsabili di associazione finalizzata alla truffa, riciclaggio, anche mediante utilizzo di false identità, trasferimento fraudolento di valori, truffa per il percepimento di erogazioni pubbliche, frodi fiscali e fittizie intestazioni di beni.

Gl’imprenditori avevano costituito oltre 20 società fantasma che operavano attivamente nel settore energetico e consulting finanziario, con sede in Italia e all’estero. Per lo svolgimento delle attività hanno ottenuto finanziamenti bancari per diversi milioni di euro.

Mercoledì 30 gennaio, i carabinieri hanno fermato e arrestato i quattro insospettabili imprenditori mentre tentavano di fuggire all’estero, dopo aver scoperto che il loro deposito segreto era stato scoperto.

Le perquisizioni effettuate dagli investigatori a Torino e provincia hanno permesso di sequestrare diversa documentazione cartacea e informatizzata relativa alle truffe finanziarie realizzate, 1 rilevatore di microspie, 11 lingotti in oro del peso complessivo di 2,750 chilogrammi, per un valore di 99 mila euro e 49 mila euro in contanti.

Le indagini, coordinate dalla procura di Torino, dovranno ancora chiarire sia la provenienza sia la destinazione del denaro e dei lingotti d’oro. Non è escluso che possa trattarsi del provento di alcune transizioni finanziarie illecite o del riciclaggio per “ripulire” i ricavi di furti e rapine.

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