
Cuorgnè, stato di agitazione nel servizio mensa dell’ospedale: il sindacato Uiltucs si rivolge al Prefetto

Cuorgnè, stato di agitazione nel servizio mensa dell’ospedale: il sindacato Uiltucs si rivolge al Prefetto
È stato ufficialmente proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori del servizio mensa dell’ospedale di Cuorgnè, attivo all’interno dell’Asl TO4. La decisione, assunta dalla sigla sindacale Uiltucs, arriva dopo il fallimento di un tentativo di confronto con l’azienda Dussmann, attuale gestore dell’appalto. Il sindacato ha formalmente richiesto l’intervento del Prefetto di Torino per avviare la procedura di raffreddamento prevista nei servizi pubblici esternalizzati, primo passo verso un eventuale sciopero.
Al centro della vertenza sindacale vi è il caso di una lavoratrice 49enne, assunta con contratto multiservizi da 5 ore settimanali, un monte ore considerato inferiore al minimo previsto dal contratto nazionale di categoria. Nonostante il centro di costo assegnato alla dipendente sia Cuorgnè, la stessa sarebbe stata impiegata anche in altri appalti, tra cui Caluso e Castellamonte, pur avendo un contratto a tempo indeterminato e lavorando accanto a colleghi con contratti a termine.
L’intera situazione è stata segnalata alla Prefettura e ha portato alla visibile manifestazione di dissenso: alcune bandiere sindacali sono state esposte davanti all’ingresso dell’ospedale per segnalare la mobilitazione in corso. La Uiltucs ha denunciato una gestione che ritiene non conforme al contratto collettivo nazionale e priva di soluzioni organizzative adeguate.
La questione si inserisce in un contesto più ampio che riguarda i lavoratori impiegati nei servizi pubblici affidati ad aziende esterne tramite appalti, spesso soggetti a condizioni lavorative critiche e poco visibili. In casi simili, come accaduto in passato nella mensa scolastica del Comune di Caravino, l’intervento sindacale ha portato alla risoluzione favorevole delle vertenze dopo iniziative di sciopero.
In attesa della convocazione in Prefettura, la situazione resta aperta. Nessuna dichiarazione è giunta dall’azienda Dussmann, che ha scelto di non commentare la vicenda.